L’aurora boreale è un fenomeno tra i più emozionanti della natura. Consiste in fascidiluce che possono essere statici, o ondeggiare con andamenti sinuosi. A volte questi fasci prendono la forma di un lungo arco, o di molti archi che attraversano il cielo. Possono anche essere delle semplici “macchie” sparse, e a volte la loro consistenza appare liscia, altre sembra scoppiettare come la trasmissione disturbata di un vecchio televisore.
Nelle saghe medievali islandesi, le luci del nord, come le chiamano qui (Norðurljósin), non compaiono mai, e gli studiosi non sono sicuri se ciò sia dovuto al fatto che al tempo esse erano meno frequenti, o a qualche altro motivo, come il fatto che le saghe generalmente non presentano descrizioni paesaggistiche o naturali, oppure il che per gli islandesi fossero una cosa talmente normale da non necessitare menzioni particolari. Vengono descritte però in un testo che ci è stato trasmesso in diversi esemplari, il Konungsskuggsjá, Speculumregale in latino, ovvero è un manuale, o sussidiario ante litteram per i principi norvegesi, ma sono presente come fenomeno visibile esclusivamente in Groenlandia. Nella parte geografica, viene descritto il fenomeno dell’aurora, offrendone tre spiegazioni possibili: 1) il confine del mondo sarebbe circondato da incendi e l’aurora sarebbe la manifestazione luminosa di questi fuochi. 2) Il sole potrebbe emettere luce debole da oltre l’orizzonte durante la notte. 3) I ghiacciai intrappolerebbero la lucediurna rilasciandola di notte per fluorescenza. Nessuna di queste spiegazioni è azzeccata, ma possiamo rendere merito ai medievali per aver elaborato spiegazioni così “scientifiche” come la 2 e la 3.

La realtà è che l’aurora boreale è la conseguenza dell’interazionediparticellesolari con i gas dell’atmosfera terrestre: Regolarmente, sulla superficie del sole, compaiono sulla superficie delle chiazze scure definite appunto “macchiesolari” – già osservate da Galileo –, che sono zone a temperature meno elevate ma con una forte attività magnetica. Talvolta, invece, il sole espelle grandi quantità di plasma conosciute come “espulsioni di massa coronale”. Quando questi fenomeni si verificano, la nostra stella emette particelle sotto forma di quello che viene chiamato “vento solare”, essenzialmente protoni ed elettroni, i quali prendono a viaggiare bello spazio. Quando il vento solare raggiunge la Terra, ne disturba il campo magnetico e riesce talvolta a sorpassarlo, per poi precipitare nella ionosfera e. Gli elettroni e i protoni del vento solare interagiscono con i gas dell’atmosfera, ionizzandolo. Mentre il gas eccitato ritorna al suo stato precedente, emette luce, con un fenomeno assimilabile a quello delle lampade al neon. Le aurore sono soltanto visibili in fasce in corrispondenza dei circoli polari, i cosiddetti “ovali aurorali”, che sono come delle ciambelle più o meno ampie a seconda dell’intensità del vento solare che colpisce la Terra. Solo da sotto a questa fascia si può ammirare la danza delle luci, se ci si trova più a sud, si vede soltanto un bagliore sull’orizzonte.
L’ovale aurorale Il colore dipende da quali gas sono interessati e dalla quantità di energia assorbita dall’interazione con le particelle solari : l’ossigeno produce solitamente il colore più comune, ovvero il verde, a basse latitudini, dove si trova in concentrazioni minori e dove la collisione con altri atomi e molecole causa rilasci meno prolungati di fotoni e lunghezze d’onda più brevi. Azoto a basse latitudini produce un verde più freddo, turchese. Ad alte altitudini, la minore densità dell’atmosfera e la maggiore concentrazione di ossigeno, gli permettono di emettere luce più a lungo e produrre lunghezze d’onda più ampie, creando un rosso-arancione. L’azoto produce il colore blu e il rosso, che, mescolandosi, producono il rosa. Il rosso è il colore più raro, mentre il rosa compare abbastanza di frequente se le aurore sono intense. La rarità del rosso è un bene, perché alcuni dicono che aurore rosse portinomale. Meno male che non sono quelle verdi a portar male, altrimenti eravamo rovinati!

Perché sia ben visibile occorrono cieli limpidi, preferibilmente (ma non necessariamente) non disturbati da luce lunare o artificiale. Il fenomeno si verifica ad altitudini molto elevate, quindi, spostandovi “si sposta con voi”, come il sole o la luna, ai quali non si può “camminare sotto” se li si ha di fronte sull’orizzonte, per cui l’aurora che vedrete sarà la stessa per forma e dimensioni sia che siate davanti al vostro alloggio, sia che vi siate allontanati un po’.

Cosa fare per vedere un’aurora boreale?
Chiariamo subito un fatto: non è una buona idea venire in Islanda solo per vedere l’aurora boreale. Visto che nulla può garantire un avvistamento, riporre tutte le proprie aspettative in essa significa rovinarsi il viaggio nella probabile eventualità di non vederla. L’aurora deve essere vista come una ciliegina sulla torta. Per vedere un’aurora boreale in Islanda serve solo una cosa: la fortuna, e quella non può garantire da nessuno. Purtroppo circolanontante informazioni sbagliate sulle aurore, come il fatto che possono vedersi solo in pieno inverno, che non si vedono se c’è la luna o qualche luce artificiale, o che sarebbe più facile vederle in un mese piuttosto che un altro per via delle condizioni meteo. Basta un’occhiata a un grafico con le medie di giorni con copertura nuvolosa tra un mese e un altro per rendersi conto che la differenza è risibile.

Nonostante sia possibile vedere delle aurora anche ad agosto, di norma non si organizzano tour di caccia in quel mese perché il buio arriva ancora molto tardi, e quando si è in tour con una tabella di marcia si fatica a restare in piedi, magari fino a oltre la mezzanotte per monitorare i cieli. Da settembre fino a metà aprile, però, non si perde un’occasione! Quando il buio inizia ad arrivare presto, dopo la metà di novembre, possono vedersi già aurore intorno alle 19:00. L’aurora è invero un po’ abusata nel marketing sull’Islanda perché funziona e cattura l’attenzione facilmente, ma per me questo approccio è sleale. Se vi fidate del mio giudizio, non avvicinatevi all’Islanda con l’intento di vedere l’aurora. Quella potreste perdervela facilmente, ma nel rincorrerla invano vi perdereste anche l’Islanda, e sarebbe un peccato! Se è vero che aiuta un po’ uscire dalla città e cercare il buio più totale, è anche vero che quando essa si verifica può osservarsi tranquillamente anche camminando per il centro di Reykjavík, sebbene le luci delle case e dei lampioni non rendono questa la situazione ideale. Il vantaggio di potersi spostare, oltre che nel fuggire dall’inquinamento luminoso, sta nel trovare sprazzi di cielo sereno nel caso questo sia nuvoloso nei dintorni del vostro alloggio. In inverno, ovvero nella stagione delle aurore, la maggior parte dei turisti non noleggia auto ma si affida ai tour organizzati per timore delle condizioni delle strade. Per questo è meglio affidarsi ai tour di caccia delle aurore.

Alcune persone che hanno un po’ di dimestichezza con l’Islanda considerano tali tour inutili: ciò li fa sentire esperti, profondi conoscitori del Paese che non si fanno imbrogliare. Sostengono che per vedere l’aurora sia sufficiente uscire di casa e al massimo andare in un luogo poco illuminato. Questo è verissimo, ma solo e soltanto se nel luogo in cui ci si trova ci sono condizioni ottimali. Il valore dei tour sta nel fatto che sono organizzati da esperti che triangolano le varie previsioni del tempo per studiare in quale luogo ci sia più possibilità di avere uno squarcio nelle nuvole. Difatti, infinite volte, uscendo da Reykjavík si vedono benissimo, mentre in città è tutto coperto. Purtroppo la capitale è un angolo molto nuvoloso. Anche i tour organizzati in giro per il Paese spesso includono nel pacchetto un’uscita serale per la caccia all’aurora, proprio perché non è detto che la zona in cui si trova l’albergo sia la migliore: potrebbero esserci luci davvero forti e fastidiose, o cieli coperti. Molto spesso viene consigliato, a chi si trova ad alloggiare a Reykjavík, di recarsi al faro di Grótta, per l’avvistamento. È una pessima idea: il via vai di macchine con i fari accesi che circolano a vuoto cercando un parcheggio nella massa di gente che si accalca in quel punto rovina la visuale abbagliandola tanto quanto le luci della città.

Sebbene non sia una regola assoluta, le aurore tendono ad accompagnarsi a un freddo esagerato, questo perché quando le vedete significa che non c’è copertura di nuvole, e senza nuvole il calore accumulato sulla terra nelle ore di luce si disperde nello spazio. Per questa ragione, se si vuole ammirare lo spettacolo, è spesso necessario coprirsi bene. Non come me che a volte mi precipito fuori di casa in pigiama e ciabatte per fotografarla, anche se fuori c’è il ghiaccio! Vero è anche che uno dei pregi dell’Islanda per quanto riguarda l’avvistamento delle aurore, è che le temperature non sono mai proibitive: se alle stesse latitudini in Lapponia o Canada trovate -20° o -30°, qui il peggio che si trova solitamente è intorno allo zero. Per evitare di restare in casa a postare foto della giornata su Facebook, ignari dello spettacolo che potrebbe essere in corso all’esterno, oltre a controllare fisicamente uscendo ogni tanto, è buona cosa consultare il sito Veður, dove potremo avere le previsioni sui due parametri fondamentali per la visione delle aurore: l’attività solare e la copertura nuvolosa:

L’attività solare è espressa nello specchietto in alto a destra, con una scala da 0 a 9. Questo è il cosiddetto indicatore KP, che trovate anche su numerose app. Esso, in realtà, non sarà mai uno strumento utile, perché misura una media dell’attività geomagnetica tra diverse stazioni di osservazione e su una finestra temporale di tre ore. L’aurora però tende a verificarsi in episodi brevi e improvvisi.
La mappa invece vi mostra la copertura di nuvole, dove queste sono rappresentate dal verde. Una scelta terribile da parte di chi gestisce il sito, perché un sacco di persone sono convinte che le zone verdi siano quelle dalle quali è possibile vedere l’aurora…dal momento l’aurora è di solito verde! No, l’aurora è possibile vederla solo se la vostra zona è colorata di bianco. Il verde rappresenta le nuvole.

C’è una grossa fregatura però: la mappa verde mostra soltanto le nuvole ad altitudine media e bassa, quindi, se la vostra zona è bianca in questa mappa, potrebbe comunque essere coperta da nuvole alte, che ad occhio nudo si vedono molto meno, specialmente se lasciano intravedere qualche stella a sprazzi, ma che nasconderanno l’aurora lo stesso. Per vedere le mappe delle nuvole alte, sopra alla mappa verde trovate i bottoni per “low clouds” (nuvole basse), “middle clouds” e “high clouds” (nuvole medie e alte). La mappa verde vi mostra la sovrapposizione di nuvole basse e medie, la blu vi mostra solo quelle basse, la rossa quelle medie e l’arancione quelle alte. Guardate la differenza di copertura alle diverse altezze:
Nuvole solo basse
Nuvole medie
Nuvole alte È dunque importante consultare le previsioni per evitare di sognare troppo e rimanere delusi scontrandosi contro un muro di nubi più i meno alte. Un altro strumento importante è il sito del centro per la misurazione geomagnetica di Leirvogur, che monitora quasi in tempo reale l’attività solare. È abbastanza complesso, ma per l’uso pratico basti sapere che quando la lina del grafico di mezzo prende a sprofondare, si sta preparando un’aurora che sarà più visibile al momento della risalita. Non serve a prevedere a prepararsi per una serata, essendo quasi in tempo reale, ma è eccellente se si decide di assentarsi momentaneamente per il troppo freddo o si sta per decidere di arrendersi e andarsene via.
Il punto circondato corrisponde ad un’aurora di forte intensità Non voglio dare consigli sulle fotografie, con rispetto per la scelta personale di chi sceglie di fare foto professionali alle aurore, ma avere obiettivi potenti e macchine professionali significa ottenere foto di aurore leggere quando ad occhio nudo non sono visibili, e foto di aurore fantasmagoriche e ultraterrene quando nella realtà sono molto più “modeste”. Non mi piace questo, perché la gente si fa dei film assurdi su cosa aspettarsi di vedere e poi rimane delusa anche nel caso in cui sia riuscita a vederle perché non erano quell’esplosione esagerata delle fotografie professionali, con il panorama illuminato a giorno. Io cerco di fare foto più “oneste”, e uso esclusivamente il cellulare (iPhone 12 pro max), dato che ha una modalità notte molto buona che permette di scattare fotografie apprezzabili.


Le aurore non emettono normalmente tanta luce, ma questo non vuol dire che le foto siano “false” o che sia tutto un imbroglio. Il fatto è che l’occhio umano non è fatto per la visione notturna, è dunque vede poco in condizioni di luce scarsa, ma quello che compare sugli schermi dei dispositivi non è un’impostura: è la realtà del fenomeno, che i vostri occhi non sono abbastanza recettivi per vedere, nel buio notturno. La lunga esposizione dell’obbiettivo fotografico permette di far entrare più luce nell’obiettivo, che è necessaria a far risaltare la flebile luce dell’aurora.

Ricordo inoltre che il valore dei tour dell’aurora sta nel potersi muovere in caso di copertura nuvolosa qualora uno non abbia la macchina, e ovviamente nell’esperienza delle guide.

Va da sé che un gran numero di visitatori che si fermano per una settimana torna a casa senza averla vista. Occorrendo una combinazione di attività solare e di cieli scoperti, capirete che in un Paese come l’Islanda capita spesso che quando una condizione sia soddisfatta, l’altra non lo sia, ragion per cui possono capitare aurore incredibili visibili soltanto dagli aerei che viaggiano al di sopra delle nuvole, o cieli sereni senza traccia di attività. Per questo motivo consiglio sempre di non venire in Islanda con l’idea di vedere l’aurora, perché si rischia una delusione incalcolabile che rischia di rovinare la permanenza in questa terra così speciale. Piuttosto prendetela come una ciliegina in più sulla torta in una vacanza che sarà comunque speciale per via della particolarità di questa terra così unica.
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