La Ring Road islandese

Questo articolo vuole essere un elenco di mete salienti che possono essere visitate nel contesto di un viaggio attorno al Hringvegur, o “Strada Anello”*, assieme ad una carrellata di fotografie scattate nel corso dei miei viaggi. Non ha pretesa di essere una guida, quindi le informazioni saranno ridotte al minimo. Si tratta soltanto di una lista di mete ordinate in senso orario partendo da Reykjavík. Non è esaustiva, non vuole essere una lista di “tutte” le possibili destinazioni, ma una selezione.

La serie qui sotto è visitabile in un periodo di sette giorni. Ovviamente uno potrebbe visitare più destinazioni in un’area più circoscritta, ma personalmente ritengo che questa selezione renda sufficientemente giustizia alla bellezza e alla varietà dell’Islanda.

Alcuni sostengono che sia meglio investire più tempo per esplorare a fondo la stessa zona piuttosto che spostarsi, e generalmente sono d’accordo, ma sarebbe come fare storie a uno che decide di visitare Bologna per poi andarsene a Firenze e Roma perché non è stato a Modena, Ravenna, Pisa, Viterbo…semmai lo svantaggio del girare intorno all’isola per vedere le mete principali è che si farà un’esperienza meno unica e personale, e si visiteranno zone molto più battute.

*Di solito identificata dal nome inglese Ring Road, del quale non sono amante perché non siamo inglesi, e il nome originale non lo è neppure, per cui secondo me si dovrebbe usare il termine in islandese, o tradurlo in italiano.

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Hraunfossar sono più sorgenti che cascate. L’acqua si raccoglie sotto uno strato permeabile di roccia lavica e si concentra più a valle dove sgorga da sotto a talenstrato in corrispondenza di un canyon scavato da un fiume.

Reykholt: un centro culturale importante, sede di un centro di ricerca per lo studio del Medioevo islandese, di un museo sull’autore dell’Edda, Snorri Sturluson, e di due chiese, una brutta e moderna, l’altra più bella e antica.

Deildartunguhver: un sito di soffioni di aria calda e di sorgenti termali dal profumo invitante di uova!

Glaumbær è una fattoria che rappresenta ciò che da noi sarebbe un palazzo nobiliare. Una serie di casette unite da un corridoio centrale costituiscono i vari ambienti dell’abitazione. Il sito è lo stesso si cui Þorfinnur Karlsefni e Guðríður Þorbjarnardóttir si sarebbero insediati una volta abbandonata l’America, secondo la Saga di Eiríkur il Rosso.

Hraundrangi è un picco scosceso che svetta su un costone a fianco della valle Öxnadalur, che sbuca nel fiordo di Akureyri. Secondo una leggenda su di esso vi sarebbe stato nascosto un tesoro, che però i numerosi alpinisti che lo hanno scalato non sono però finora stati in grado di ritrovare!

Svalbarðseyri nell’Eyjafjörður è una località amena e bucolica ideale da usare come base per esplorare la zona.

Goðafoss si dice fosse il sito in cui Þorgeir Ljósvetningagoði, ovvero il giudice che stabilì il passaggio dell’Islanda dal paganesimo al cristianesimo, avrebbe gettato i suoi idoli pagani, una volta tornato dal parlamento generale dove aveva emesso la sua sentenza.

Mývatn è un grande e suggestivo lago paludoso, attorno al quale si trovano alcune delle mete più particolari che il Paese abbia da offrire.

Skútustaðir sono una serie di pseudo-crateri che si sviluppano su una penisola proiettata nel lago. Quando una colata lavica ha raggiunto l’acqua, questa si è vaporizzata creando bolle pressurizzate, le quali una volta esplose hanno creato i crateri ancora ben visibili.

Dimmuborgir, ovvero “Le fortezze oscure”, è sempre la conseguenza di una colata di lava che è scivolata su acqua. L’acqua in questo caso si è aperta dei canali di sfogo verticali proiettando materiali ai lati e andando a formare camini di materiale compatto, che è rimasto svettante sul territorio una volta che gli strati più friabili circostanti sono stati erosi dal tempo. Il risultato è una serie di formazioni che ricordano i tetri ruderi di antiche fortezze.

Námafjall è una zona dove l’attività geotermica è molto prominente, nell’area di Hverir ci sono pozze di fango ribollente, soffioni, crateri e tanto -tanto!- zolfo!

Víti, il cui nome significa “inferno” è un cratere vulcanico sulla faglia conosciuta con il nome di Krafla. Una delle zone geologicamente più attive d’Islanda. Qui la crosta terrestre è sottile, e i segni delle eruzioni e del movimento costante sotto alla superficie sono ben visibili.

Húsavík è famosa per i tour di avvistamento delle balene, ma merita molto anche per la sua estetica: a mio avviso è il paesino più grazioso d’Islanda. È anche il sito del primo insediamento temporaneo nordico in Islanda secondo i resoconti medievali.

Ásbyrgi: Le leggende intorno a questo immenso canyon si sprecano. Dagli elfi ai fantasmi, rimane comunque un luogo magico per via della bellezza naturale un anfiteatro con un’isola rocciosa nel mezzo a conferirli la forma di un ferro di cavallo, ospita una foresta di betulle rigogliosa e un laghetto dal colore etereo.

Dettifoss si trova diversi chilometri nel cuore di una pianura alluvionale che ricorda molto il suolo lunare. Pare sia la cascata più poderosa d’Europa, e non è difficile crederlo osservando la proporzione tra il salto e le persone sull’orlo del precipizio.

Möðrudalur era anticamente una fattoria sulla strada 1, il cui tracciato è stato poi spostato, e ora si trova su di una breve deviazione. Qui si registrò la temperatura più bassa in assoluto per l’Islanda, un -38°, ma è anche una zona dove le estati sono più calde e splendide. È anche la location di uno dei bar più deliziosi del Paese, nonché la casa di alcune volpi artiche.

Reyðarfjörður: uno dei fiordi più profondi e suggestivi. Centro commerciale e base militare durante la seconda guerra mondiale, ha una storia affascinante. Poco fuori dalla città si trova il grazioso monastero francescano a Kollaleira.

Stöðvarfjörður ospita il famoso museo di Petra, una signora morta nel 2012 dopo una vita passata a collezionare pietre. Il suo nome ovviamente ha dettato il di lei fato.

Vestrahorn è uno dei posti più bramati dai fotografi. Il nome si riferisce alla grande montagna sulla destra. La penisola dove si arriva e dalla quale tutto scattano foto della montagna si chiama Stokksnes. Ai piedi della catena montuosa di Vestrahorn si trova un set cinematografico mai usato e abbandonato, ormai in rovina, il cosiddetto “villaggio vichingo”.

Höfn: il centro più popoloso del Sud-Est, nonché capitale islandese degli scampi. Consigliati sisma la zuppa di scampi locale.

Spiaggia dei Diamanti: qui si spiaggiano i cocci degli iceberg frantumati dall’acqua salata che provengono dalla laguna di Jökulsárlón. Ogni tanto potete trovarci anche le foche!

Jökulsárlón: la lingua del ghiacciaio Breiðamerkurjökull scivola in un lago dove i suoi pezzi galleggiano trasportati dalle correnti.

Hof: il suo nome significa “Tempio”, e in effetti la sua attrattiva principale è una chiesa dal tetto d’erba costruita nell’Ottocento. L’ultima di quel tipo ad essere eretta e una delle sole sei che sopravvivono in Islanda.

Skaftafell: Le possibilità per le escursioni sono molte ma, per chi non ha molto tempo a disposizione per questa sosta, consiglio di virare a destra e raggiungere il ghiacciaio di Skeiðarárjökull.

Lómagnúpur: per alcuni è la montagna più bella d’Islanda. Sicuramente una delle più iconiche. La sua parete rocciosa è il salto verticale più alto del Paese. Un tempo era una scogliera a picco sul mare, ma oggi la spiaggia è a qualche decina di chilometri più a sud!

Foss á Sídu: una delle fattorie più graziose. Ai piedi di ripide pareti rocciose e sotto il salto di una piccola cascata. È un luogo che compare diverse volte nelle saghe medievali.

Kirkjubæjarklaustur: uno dei siti con la storia più antica d’Islanda. Le leggende che circolano qui sono innumerevoli. Ci sono vari punti di interesse sparsi tutt’intorno. I testi del monastero, la cascata di Systrafoss, il lago di Systravatn, la rupe di Systrastapi, la grotta Sönghellir, il “Pavimento della chiesa” (formazione basaltica) la cascata di Stjórnarfoss e molto altro.

Vík: salire sulla terrazza della chiesa e godere il panorama vale proprio la pena. Qui si trova un museo della lava dove potete vedere da vicino vera lava bollente riprodotta artificialmente, diversi esercizi commerciali come il colossale Ice Wear (ottimo se avete perso qualche capo di vestiario fondamentale!).

Reynisfjara: La spiaggia nera più famosa d’Islanda. Uno dei rari luoghi dove poter avvistare i Pulcinella di mare.

Skógafoss: la cascata più stereotipica ed emblematica. Accanto ad essa si trova il museo di Skógafoss, un museo di storia.

Seljalandsfoss: questa cascata permette di compiere un giro passando dietro al salto dell’acqua.

Gullfoss: la cascata più visitata d’Islanda.

Geysir: il sito dove ammirare le esplosioni del geyser di Strokkur.

Þingvellir: il parco nazionale che ospita il sito dell’antica parlamento islandese, nonché le immense fessure del terreno che sono espressione della faglia tra le due placche continentali americana ed europea, la quale si estende da un capo all’altro della valle.

Reykjavík: un giretto nel centro della capitale è doveroso, per assaporare l’atmosfera rilassata ma allo stesso tempo vivace di questa capitale europea.

3 risposte a “La Ring Road islandese”

  1. […] Web Un italiano in Islanda – La Ring Road islandese […]

  2. Grazie per queste splendide foto che ci trasmettono la forza della natura che predomina un territorio così ricco di meraviglie naturali, in cui l’uomo ha sempre tentato di lasciare un segno!

  3. Grazie mille

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