Alþingi: il parlamento islandese

Nel cuore di Reykjavík, la piazza di Austurvöllur (Campo est) ospita, sul suo lato sud, il parlamento islandese e la cattedrale luterana.

Il parlamento, Alþingi, ovvero “Assemblea generale”, viene spesso definito “il più antico parlamento del mondo”, con riferimento alla sua fondazione nel 930 d.C. Una definizione che cattura l’attenzione ma che è scorretta: ovviamente esistevano parlamenti assai più venerandi, come il senato Romano e l’agorà ateniese. A volte si precisa ulteriormente che esso sarebbe “il più antico parlamento al mondo continuamente in funzione”, ma anche questo è storicamente scorretto:

Þingvellir oggi.

L’Alþingi, che in antico islandese non aveva la –i finale, sarebbe stato appunto fondato nel 930 d.C. Era un’assemblea di capi tribali che si riunivano una volta all’anno per due settimane per ascoltare e aggiornare le leggi, e giudicare le più importanti cause legali. Più che come un parlamento, bisogna immaginarlo come una grossa fiera di Paese: gli islandesi di tutto il Paese convergevano a Þingvellir (Campi del parlamento), un terreno che era stato destinato a quell’uso dopo essere stato espropriato ad un tizio macchiatosi di omicidio, Þórir Kroppinskeggi. Alcuni viaggiavano via terra, altri via mare. Per quelli che venivano dal nord, poteva essere necessario attraversare l’interno, e bisognava farlo alla svelta perché i cavalli, oltre alle provviste per le persone, dovevano trasportare anche quelle per loro stessi, dato che l’interno del Paese è desertico! A questo grande raduno venivano issate delle tende dove le persone alloggiavano. C’erano venditori, saltimbanchi, artigiani, mercanti…i capi e i notabili si riunivano, uomini andavano alla ricerca di supporto per sostenere le loro cause, e il lögmaður “uomo delle leggi” (termine che oggi designa l’avvocato) recitava a memoria l’intero corpus legale a ritmo di un terzo ogni anno. Prima dell’arrivo del Cristianesimo, l’Islanda non aveva una cultura scritta, e le leggi dovevano essere memorizzate e recitate. Il primo corpus legale fu appreso da un Islandese, Úlfljótur, dopo tre anni di studio in Norvegia, ma il primo codice legale ad essere messo per iscritto fu la Grágás (Oca grigia), probabilmente rimasta in vigore fino al 1264, quando l’Islanda passò sotto la monarchia norvegese al termine di un periodo di guerra civile. Il codice introdotto da re Magnús VI di Norvegia, Járnsíða (Fianco d’acciaio) fu poi soppiantato nel 1281 dal codice legale più importante dei secoli successivi, la Jónsbók (Libro di Jón, dal nome del compilatore Jón Einarsson).

Già nel 1264, il parlamento cambiò molto la sua natura, quando l’Islanda si pose sotto l’autorità della corona norvegese, cedendo il potere legislativo al re, e diventando di fatto più una corte suprema legale, che un’assemblea legislativa. Nel 1662 gli islandesi rinunciarono all’autogoverno con l’installazione dell’assolutismo danese — la Danimarca aveva assunto controllo della Norvegia e dei territori sotto di essa già dal 1380. Nel 1798 l’Alþingi fu dissolto, anche se la corte si riunì lo stesso per i due anni successivi, e non si sarebbe riunito fino alla sua re-istruzione nel 1845.

Capite bene che se non si può dire che si tratti del più antico parlamento del mondo in senso assoluto, anche il senso di “parlamento più antico ancora in attività” non regge al dato storico: il parlamento fondato nel 1845 non ha gran che in comune con le assemblee del medioevo e dell’età moderna, oltre al nome! Secondo questo ragionamento potremmo dire che è il Senato della Repubblica ad essere il più antico parlamento del mondo, arbitrariamente decidendo che esso sia una diretta continuazione del senato romano, o addirittura la Βουλή (pronunciata “vulì” in greco) della Grecia di oggi, visto che l’assemblea più antica dell’Atene classica ed arcaica aveva lo stesso nome (pronunciato, però, “bulè”, in greco antico).

Fino alla fine del ‘700, questa istituzione (che è difficile definire parlamento in senso stretto già dalla metà del 1200!) si riunì nelle pianure di Þingvellir, ma dopo la su re-istituzione fu spostata a Reykjavík, che nel corso del ‘700 era passata dall’essere una fattoria senza importanza al centro economico del Paese, grazie a un imprenditore che vi aveva avviato diverse imprese con finanziamenti statali dalla Danimarca (la sua statua si trova nella piccola piazza a ovest del parlamento, proprio davanti al bar Skúli — dove si possono gustare ottime birre artigianali — e Skúli Magnússon era appunto il nome di questo imprenditore che aveva lanciato Reykjavík sulla strada per diventare la capitale del Paese!).

Il parlamento fu re-istituito nel 1845, e si riunì per la prima volta nella sala dell’edificio in legno che ospitava la scuola di latino (oggi Menntaskólinn í Retkjavík: Liceo classico/scientifico di Reykjavík). L’attuale edificio fu ultimato nel 1881. All’inizio, questo edificio ospitava anche la biblioteca nazionale, e addirittura l’università nazionale fino al 1940, quando essa fu spostata nell’attuale campus a seguito di una lotteria che permise di raccogliere i fondi per la costruzione di quello che oggi è l’edificio principale.

Oggi il parlamento islandese, unicamerale, ospita 63 deputati, detti alþingismenn, divisi con un sistema multipartitico (dunque più affine a quello italiano, rispetto a quello inglese o americano). Anche in Islanda sono comuni le coalizioni e le larghe intese, mentre il partito storicamente più forte fin dall’inizio del ‘900 è stato il Partito indipendentista, Sjálfstæðisflokkurinn, un gruppo di destra conservatore, liberista dal punto di vista economico, ed euroscettico. Questo partito è al governo dal 2016 in una coalizione che include la sinistra dei Verdi.

La piazza prospiciente il parlamento è stata storicamente il teatro di proteste storiche, come quella detta “rivoluzione delle pentole”, avvenuta nel 2009 a seguito del tracollo finanziari dello stato allo scoppiare della bolla finanziaria causata dalle speculazioni scellerate operate dallo stato e dai privati, oppure la colossale protesta del 2016 (alla quale partecipai anche io!), quando 10.000 persone si riunirono nella piazza per protestare lo scandalo dei Panama Papers nel quale il primo ministro di allora era coinvolto, Sigmundur Davíð Gunnlaugsson.

La protesta del 2016.

Un giornalista locale, assieme a un collega svedese, avevano organizzato un’intervista trappola, facendogli domande generali sulle politiche islandesi per la lotta all’evasione fiscale, incoraggiandolo a dire cose del tipo “Come tutti i Paesi nordici, diamo grande importanza al fatto che ognuno debba contribuire al benessere società, che è vista come un grande progetto collettivo”, poi gli chiesero cosa pensasse della gente che nascondeva i suoi conti dietro società off-shore e paradisi fiscali e lui rispose che “l’evasione fiscale è presa molto seriamente, perché quando qualcuno imbroglia sta danneggiando la collettività”, allora gli chiesero se lui stesso avesse mai usato società off-shore, e lì il suo inglese inizia a peggiorare, lui si agita, sostiene che sia una domanda strana che suona quasi come un accusa, ma poi si ricompone e nega, sostenendo che i suoi guadagni sono tutti regolarmente dichiarati. E qui il giornalista svedese sgancia la bomba: “Signor Primo ministro cosa sa dirmi della compagnia chiamata Wintris?”, qui la situazione precipita: il primo ministro inizia a balbettare, cerca di svicolare facendo il finto tonto, poi si alza fa avanti e indietro arrampicandosi sugli specchi e arrabbiandosi, e infine scappa dalla stanza. L’intervista fu trasmessa in TV (ricordo benissimo quella sera, ero a cena da amici islandesi ed eravamo tutti alla TV a seguire). Ricordo il profondo scandalo e la vergogna che attraversò il Paese. Ancor più perché lui rifiutò di dare le dimissioni, e fu allora che 10.000 islandesi si riunirono e lanciarono banane e skyr contro il parlamento. Lui poi rassegnò le dimissioni, ma più tardi si fece crescere la barba e rientro in politica a capo di un partito centrista, e ancora oggi è in parlamento. Tutto è perdonato. (Anche gli islandesi possono avere la memoria corta come gli italiani!)

2 risposte a “Alþingi: il parlamento islandese”

  1. Come e’ vista l’ecologia dai politici islandesi in generale ?

  2. Sempre interessante!

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