Storia islandese in pillole

Oggi, 17 giugno 2021, in Islanda si celebra la giornata nazionale! In sordina, per via dei limiti imposti dalla pandemia, ma ci saranno comunque eventi un po’ ovunque. Per l’occasione offro un ripasso di punti della storia islandese fino al momento in cui è stata istituita la giornata nazionale il 17 giugno. Va da sé che si tratta di una selezione molto stringente, e che la storia islandese è estremamente più ricca e complessa di quanto un sintetico articolo per punti possa far credere!


Pillole di storia

VIII secolo: esploratori e cacciatori dalla Norvegia si recano in Islanda per cacciare foche, trichechi e volpi. Probabile ma non confermata presenza di eremiti cristiani dalle isole britanniche.

874 d.C.: il nobile norvegese Ingólfur Arnarson diventa il primo a fondare un insediamento permanente, costruendo la sua dimora a Reykjarvík (l’odierna Reykjavík).

930: Tutta l’Islanda è occupata da coloni di provenienza soprattutto norvegese e britannica. Viene fondata l’assemblea generale Alþingi.

1000: l’assemblea generale decide di instaurare il cristianesimo cattolico come religione di stato.

Secolo XIII: inizia la stesura delle saghe islandesi, tra i capisaldi della letteratura universale.

1262: dopo un periodo di sanguinose guerre civili tra i clan locali, l’Islanda sigla un patto con il re Norvegese, eleggendolo come proprio sovrano. È la fine del periodo dello stato libero.

Secoli XIII-XIV: Iniziano le prime avvisaglie della Piccola era glaciale; il clima si raffredda ovunque in Europa, in Islanda non è più possibile coltivare l’orzo, che era una componente importante della dieta locale. Tuttavia, il consumo di pesce al venerdì imposto dalla Chiesa, crea una domanda altissima per lo stoccafisso nei mercati europei, offrendo una fonte di introito considerevole.

1380: a soli 10 anni, Ólafur II di Danimarca eredità dal padre il Regno di Norvegia. Alla sua morte, nel 1387, la madre Margherita diventa regina di Danimarca e Norvegia, incluse le colonie di quest’ultima: Føroyar, Islanda e Groenlandia, e viene eletta regina di Svezia, unendo il mondo scandinavo in un’unica monarchia detta Unione di Kalmar.

Sec. XV: la Chiesa cattolica locale diventa il principale potere del Paese. I vescovi agiscono anche come reggenti. Il mercato estero è dominato dagli scambi con gli Inglesi e, più tardi, Tedeschi. La peste nera raggiunge l’Islanda.

1523: dopo una ribellione la Svezia si stacca dall’Unione di Kalmar.

1536: il Regno di Danimarca adotta il Luteranesimo. Dapprima i vescovi cattolici in Islanda vengono lasciati in pace, ma degli islandesi convertiti al luteranesimo vedono un’occasione per assumere potere e inizia così una lotta intestina tra la minoranza protestante appoggiata dai danesi e la maggioranza cattolica.

1550: L’ultimo vescovo cattolico, Jón Arason, figura quasi leggendaria, viene decapitato a Skálholt. Una compagine dal nord dell’isola massacra gli esecutori, danesi e islandesi, ma ormai non c’è più un leader forte tra le file cattoliche e il luteranesimo viene imposto ovunque, cambiando radicalmente l’assetto sociale e culturale del Paese.

1602: i danesi instaurano un monopolio commerciale che fa sprofondare l’Islanda nella povertà più abbietta. I pochi mercanti danesi autorizzati a commerciare non hanno concorrenza e vendono spesso merci avariate a prezzi astronomici.

1627: in estate, si verificano a Grindavík, nei Fiordi Orientali e nelle isole Vestmannaeyjar tre incursioni di pirati musulmani dal nord Africa (negli equipaggi si contano anche europei e persone di altra provenienza, convertitisi all’Islam. Il capitano di una delle navi è un ex-corsaro olandese reinventatosi come pirata ottomano e diventa poi dignitario in Marocco. 50 islandesi furono uccisi e 400 rapiti e venduti come schiavi. Questa incursione pare aver lasciato una traccia genetica nella popolazione islandese.

1783-84: l’eruzione del Laki causa una delle più gravi carestie della storia islandese, e ha effetti a lungo raggio in tutta Europa e anche in Nordafrica, disturbando i monsoni e causando una secca del Nilo. Le autorità danesi discutono un’evacuazione totale dell’isola, pensando di trasferire gli islandesi nel cuore dello Jutland. Non se ne fece però nulla.

1786: il monopolio commerciale viene abolito.

Secolo XIX: anche gli islandesi diventano un popolo di migranti, spostandosi in grandi numeri verso gli Stati Uniti e il Canada. Iniziano le prime avvisaglie di sentimenti indipendentisti, fomentati da intellettuali ispirati dai moti romantici che iniziavano a diffondersi in Europa.

1800: l’Alþingi, che era ormai dal tempo dell’Unione con la Norvegia soltanto un organo giudiziario, viene abolito.

17 Giugno 1811: nasce Jón Sigurðsson, che diventerà il leader del movimento indipendentista. Jón non nasce come politico, ma come filologo: studierà le saghe islandesi e lavorerà all’istituto arnamagnæano di Copenhagen, dove erano custoditi i manoscritti islandesi e fu anche presidente della Società islandese per la letteratura. Sviluppato l’interesse politico, abbandonò gli studi.

1814: la Danimarca, schierata con Napoleone, ducato di Varsavia e altri, perde la battaglia di Lipsia contro Svezia, Austria, Russia e Inghilterra. Firma il trattato di Kiel dove cede la Norvegia alla Svezia. Le ex-colonie norvegesi, inclusa l’Islanda, rimangono nel Regno di Danimarca.

1843: gli islandesi fondano un organo consultivo e gli attribuiscono lo stesso nome dell’assemblea medievale, Alþingi, asserendone la (storicamente non proprio vera) continuità con quest’ultima.

1874: dopo forti resistenze, gli islandesi ottengono una limitata autonomia nel Regno di Danimarca e una costituzione. Jón Sigurðsson non fu mai promotore di indipendenza, preferendo un approccio più morbido di autonomia e “devolution”.

1879: muore Jón Sigurðsson.

1903: la costituzione è rivista e il primo “ministro per gli affari islandesi” viene nominato.

1918: la Danimarca proclama l’Islanda “Regno d’Islanda”, riconoscendola come stato sovrano, ma mantenendo il re danese come capo di stato. La Danimarca si sarebbe occupata di difesa e rapporti con l’estero. L’Islanda adotta la sua attuale bandiera. Questo accordo poteva essere rivisto dopo 25 anni.

1940: occupazione nazista della Danimarca. I contatti con l’Islanda sono interrotti e gli islandesi ne approfittano per assumere il controllo degli affari che fino ad allora erano stati prerogativa del governo danese. Gli angloamericani occupano l’Islanda, e la loro presenza innesca un boom economico.

1943: passati 25 anni dall’accordo con la Danimarca, gli islandesi organizzano un referendum nel quale il 97% degli islandesi vota a favore dell’indipendenza e dell’istituzione di una repubblica.

1944: l’Islanda è proclamata repubblica e sceglie come festa nazionale il giorno del compleanno di Jón Sigurðsson.

3 risposte a “Storia islandese in pillole”

  1. Interessante. Non sempre si ha tempo di leggere trattati molto lunghi quando lavori tantissimo, un articolo sintetico ti regala 10 minuti di relax ed è sempre un piacere leggere un tuo articolo.

  2. Avatar Elettra Pepe D'Amato
    Elettra Pepe D’Amato

    Stimolata dalla tua sintesi, navigando nel web,mi sono intrattenuta in Wikipedia. Parla di ritrovamenti di monete romane, e di un fantomatico viaggio di un greco, Pilea, e la sua scoperta della leggendaria Isola di Thule. Che cosa si sa?

    1. Il viaggio di Pitea è storicamente attendibile, ma alcuni gettano dubbi sul fatto che la terra di Thule, da lui scoperta, fosse l’Islanda, perché i riassunti dei suoi resoconti (andati perduti) parlano di un’isola fertile e popolata, mentre l’Islanda era pressoché deserta al momento della colonizzazione nordica, e non ci sono prove archeologiche di insediamenti precedenti.
      Le monete romane sono tutt’ora oggetto di dibattito, ma è più probabile che siano arrivate in età medievale, portate dai coloni dall’Europa, dove circolavano ancora.

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