Aðventuljósin, le luci dell’Avvento in Islanda

Girando per le strade islandesi nel periodo dell’Avvento, può capitare molto facilmente di vedere dei candelabri a sette braccia alle finestre, illuminati da lampadine elettriche. Ce ne sono di molte fogge diverse, e sono considerati a buon diritto un elemento tipico del periodo dell’Avvento in Islanda: sono un elemento preponderante e graziosissimo dell’atmosfera islandese nel periodo che precede il Natale.

La loro storia, oltre che molto recente, è anche piuttosto prosaica: iniziò in Svezia negli anni ‘30, quando un giovane di Göteborg, Oscar Anderson, cercò una soluzione per un problema che affliggeva gli svedesi che vivevano nelle campagne: a quel tempo, il voltaggio delle prese elettriche nelle dimore di campagna, era più alto rispetto a quello degli edifici di città, così che non permetteva di collegare luci di Natale, le quali non lo reggevano e si rompevano. Per risolvere il problema, Oscar chiese alla ditta Philips di poter riutilizzare vecchie lampadine che dovevano essere scartate, e gli venne l’idea di modificare un candelabro per potervele applicare. Questo successe nel 1934.

Qualche decennio dopo, un commerciante di Reykjavík di nome Gunnar Ásgeirsson, entrò nella nostra storia: intratteneva rapporti frequenti con la Svezia e, nel 1964, in un viaggio di lavoro a Stoccolma, si imbatté in una piramide di legno decorata con candele elettriche e altri oggetti. L’idea di Oscar aveva attecchito, ma era però ancora una relativa novità in Svezia, dove si usavano soprattutto ancora semplici luci e candele. Il design della decorazione pare fosse ispirata alla Menorah, candelabro sacro della tradizione dell’antico testamento, ancora oggi presente nelle sinagoghe ebraiche. La somiglianza si limita però al numero delle luci, perché nell’originale, queste sono poste su una linea orizzontale, mentre nella versione nordica sono generalmente su un supporto triangolare.

Tornando al nostro Gunnar, c’è da dire che imbattendosi in questa novità svedese, ne comprò tre pezzi per delle sue cugine, e i regali ebbero un successo tale che l’anno successivo ne comprò delle altre, le quali vennero ugualmente ben accolte appunto che, l’anno dopo ancora, Gunnar prese ad importarle in Islanda per la vendita. Questo accadde diversi anni prima che tali luci diventassero popolari nella terra dove erano state inventate.

Aðventuljós in vendita nella capitale.

Accendere luci alla finestra nelle notti d’inverno non è certo una tradizione nuova In alcune strade islandesi, è stato contato che le luci si trovano in una percentuale delle finestre che raggiunge il 56% . Un sondaggio del 1989 aveva rilevato che il 78% degli islandesi dichiarava di possederle. Sono una tradizione recente, e dalle origini forse poco romantiche, ma restano lo stesso un elemento affermato nell’atmosfera di Dicembre qui in Islanda, che conferisce una certa magia e poesia al buio di questo mese.

Foto: Landsbankinn

3 risposte a “Aðventuljósin, le luci dell’Avvento in Islanda”

  1. […] in Germania a inizio ‘800, e hanno raggiunto l’Islanda intorno alla metà del ‘900, mentre le luci dell’avvento si diffondono solo nella seconda metà del ventesimo secolo. L’albero di Natale è […]

  2. Avatar Gian Emilio Andreoli
    Gian Emilio Andreoli

    Grazie mille, ancora da parte di un vecchio piemontese curioso

  3. Avatar Marta Angela Agostina Veronese
    Marta Angela Agostina Veronese

    Buongiorno, perchè le luci sono proprio sette? So che in origine, nella tradizione luterana, le candele erano 28 ( di cui 4 più grandi), ma non ho contezza di altri numeri. Si accendono tutte assieme o una al giorno? Mille grazie!

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