Il giorno 24 Marzo 2014 ero in giro per il centro di Cremona con un amico francese. Verso le sei e mezza inizia a fare freddo e mi invita a casa sua per una birra. Appena salgo accendo la connessione dati del mio smartphone e ricevo una mail da un mittente strano: “svavarst@hi.is”. La lettera era molto lunga, piena di dettagli e link, ed esordiva in questo modo:
Dear Roberto Pagani
I am pleased to inform you that you have officially been accepted to the University of Iceland for full time studies (30 ECTS pr. semester) in the master programme of Medieval Icelandic Studies for the academic year 2014 – 2015.
Ho vinto un posto per studiare un Master in studi medievali islandesi all’università d’Islanda! Avevo fatto domanda a gennaio e aspettavo la risposta verso giugno. Io e il mio amico francese siamo riusciti di casa immediatamente per festeggiare e ci siamo scolati due belle medie prima di cena. Ho rivissuto quella sensazione di gioia mista a speranza e gratitudine che mi aveva pervaso due anni fa, quando al mio ritorno dalla Norvegia ho appreso sulla strada del ritorno dall’aeroporto che avevo vinto la borsa di studio Erasmus per Edimburgo: mi sembrava che la mia città fosse molto più bella. In quell’occasione ho visto le torri familiari svettare sul panorama sconfinato e verdeggiante dei campi della bassa pianura padana, questa volta stavo camminando tra i palazzi colorati e gli edifici medievali del centro storico, con un cielo blu profondo e le luci che iniziavano ad accendersi. “Cremona mi sembra sempre più bella quando so che la sto per lasciare”. Ero assolutamente galvanizzato e senza parole. Il post che ho immancabilmente condiviso su facebook si è riempito di un centinaio di mi piace e commenti calorosi di amici, professori e conoscenti. Mi sono sentito davvero bene.
Non ne avevo parlato troppo per scaramanzia del fatto che avessi fatto domanda (sul sito dell’uni c’era l’onnipresente spauracchio “per favore tenete a mente che riceviamo sempre più domande di quanti sono i posti disponibili, e perciò ci tocca rifiutare candidati anche altamente qualificati”). Per la domanda ho dovuto inviare in originale un documento europeo riportante il percorso dei miei studi nel dettaglio, inclusi i voti e una descrizione degli obiettivi e dell’impostazione del corso di laurea che ho seguito, e i criteri di assegnazione dei voti, il mio curriculum personale, e un testo da un migliaio di parole in cui indico i miei obiettivi professionali, le motivazioni accademiche che mi spingono a voler studiare questo master, e altre cose che ora non ricordo.
Questa è stata – si fa per dire! – la parte più facile. A differenza della Scozia, in cui ho studiato un anno semplicemente andandoci e restandoci, l’Islanda è un po’ più noiosetta. Pur essendo nella comunità economica europea e nell’area Schengen, con tutte le agevolazioni del caso, devo fare domanda per un numero di identità islandese, esibire certificato di nascita, status civile e assicurazione sanitaria, oltre al famigerato “certificate of means of support”, dove si mostra che sono in grado di mantenermi per la durata del soggiorno. Aiuto. In effetti è una bella domanda…ne sarò in grado? Non navigo nell’oro e l’Islanda è carissima, ma staremo a vedere il da farsi.
Il mio obiettivo/sogno è quello di diventare un ricercatore nell’ambito storico-linguistico medievale, e questo master fa proprio al caso mio. I corsi saranno in lingua inglese ma è richiesta una certa conoscenza dell’islandese da acquisire attraverso un corso gratuito online. Mi metterò al lavoro al più presto. L’università sembra davvero bella, oltre al suo nome evocativo: Háskóli Íslands o Universitas Islandiæ in latino.
Ci sarebbe davvero tanto altro da dire su questo recente sviluppo che mi ha interessato, ma non voglio risultare tedioso. Aggiornerò il blog quando qualcosa di interessante si profilerà al’orizzonte. Intanto ho tempo fino a metà aprile per confermare la mia volontà a seguire il Master, e a prescindere da quello che succederà e dal fatto che vada o meno in Islanda a studiare, sono felicissimo e orgogliosissimo di essere stato scelto.
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