Il titolo è un po’ clickbait, visto che l’inverno ufficialmente non è ancora arrivato. Ma abbiamo avuto la prima tempesta, senza contare che le giornate ormai piuttosto brevi danno l’impressione di essere già in quella stagione. L’autunno è stato lunghissimo rispetto agli altri anni. Ci sono ancora piante che non hanno perso tutte le foglie.
Oltre a continuare con l’insegnamento all’università ho anche preso a lavorare in una scuola per l’infanzia, per avere un introito più consistente, e continuò anche con il dottorato, di modo che ho veramente poco tempo per fare alcunché. Il lavoro alla scuola materna mi piace davvero molto, è il modo migliore per sciogliersi con l’islandese. Parlo sempre come un idiota, ma quantomeno parlo, e riesco a comunicare abbastanza efficacemente quasi tutto quello che serve. Non è semplice sciogliersi con una lingua che ha 4 casi, 3 generi, 9 declinazioni, 4 coniugazioni deboli e 7 forti…e mi fermo o non finisco davvero più. Nei ritagli di tempo amo comunque uscire con gli amici, provare nuovi ristoranti e locali, andare a qualche concerto, a conferenze o anche a semplici passeggiate per vedere i colori della stagione e le aurore boreali.Ci sono sempre i miei amati manoscritti in antico islandese. Alla fine sono il motivo principale per cui sono giunto qui, e non posso davvero farne a meno.
Poi ci sono le riunioni con i colleghi del dipartimento di italiano.
Le viste meravigliose sulla penisola di Reykjanes dall’asilo dove lavoro.
I colori del cimitero di Hólavallagarður. Che mi allunga la strada ma lo attraverso sempre perché un cimitero altrettanto gotico in Italia non c’è l’abbiamo. E io adoro le atmosfere gotiche da film di Tim Burton.
I pranzi domenicali a Kaffivagnin sul vecchio porto.
I brunch ciccioni in decine di posti diversi in giro per la città.
E poi ci sono queste aurore a caso la sera quando torni a casa…
E le giornate gloriose attorno allo stagno Tjörnin.
E infine le cene in qualche nuovo o vecchio ristorante che offre qualcosa di particolare come il melone con la liquirizia (!!!) per aperitivo, assieme al Moët Chandon…
La mia migliore amica di quassù, una ragazza toscana che ora si trova a Vienna per un anno a insegnare italiano, mi ha scritto che nonostante la capitale austriaca sia di una bellezza sfolgorante, Reykjavík ha qualcosa di inesplicabile che manca alle altre capitali europee.
Dopo una lunga riflessione, sono riuscito a svelare questo mistero che da tempo attanaglia molti stranieri che han messo radici a Reykjavík. Questa città così remota, molto hipster, un po’ bohémien, a tratti bruttina e improvvisata, non sarà “speciale” nello stesso modo in cui Roma, Parigi, Stoccolma e Berlino sono speciali, ma a differenza di queste città, Reykjavík fa sentire speciale chi la visita e chi la vive. È questo, forse, il motivo principale per cui, a dispetto di tutte le difficoltà e i problemi, ho deciso di restare qui.
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