Con la fondazione dell’assemblea generale, l’Alþing, nel 930, viene creato un sistema legale e amministrativo per l’Islanda, che per i 60 anni precedenti era stata una colonia non giuridicamente strutturata. Viene istituito un sistema di grandi signori, detti goðar (goði al singolare), la cui autorità si concretizza attraverso una rete di alleanze con signori minori e proprietari terrieri. Questa rete di alleanze non è affatto comparabile a un sistema di tipo feudale, perché non associato a porzioni di territorio sulle quali un signore esercita un certo potere. Si trattava semmai di reti relazionali di mutua fedeltà che potevano però essere abbastanza liberamente cambiate.
Inizialmente, i grandi signori creano un’assemblea legislativa detta lögrétta, che si assume il compito di stabilire ed emendare la legge, nonché di giudicare le case legali più difficili che i tribunali locali non erano riusciti a risolvere. I partecipanti a questa assemblea erano i goðar, il cui numero esatto è oggetto di discussione, ma pare fosse tra i 39 e i 50, più due consiglieri e (dopo la cristianizzazione) due vescovi, portando il totale a circa 150.

Mancando un potere esecutivo, la messa in atto della legge e la sua implementazione erano affidate all’autorità dei signori, che erano tenuti ad assistere i loro sottoposti, ad esempio prestando loro forza militare per intimare a qualcuno di pagare una multa o un compenso dovuti, in assenza di una forza di polizia. Nel periodo pagano, questi goðar fungevano anche da sacerdoti, celebrando i riti nelle loro abitazioni (non esistevano templi specifici). Con l’arrivo del cristianesimo, la funzione sacerdotale dei signori venne meno, e un altro processo si mise in atto: la concentrazione del potere. Dal momento che le reti di alleanze che costituivano il potere dei goðar potevano essere ereditate, cedute o addirittura vendute, poche famiglie riuscirono ad assoggettare alla loro influenza grandi territori.
A partire dal XII secolo, poche famiglie (essenzialmente 5/6) presero appunto ad accumulare sfere di influenza, il che causò all’intensificarsi dei conflitti interni, dal momento che ognuna di esse, infatti, poteva ormai fare affidamento su seguiti tali da poter muovere battaglia contro i propri antagonisti. Questo periodo di guerra civile prende il nome di età degli sturlunghi, dal nome di uno dei più potenti clan del tempo, che controllava gran parte dell’ovest del Paese.

Il capostipite della famiglia, il quale le diede il nome, fu Sturla Þórðarson il vecchio di Hvammur (località della regione di Dalir, nell’ovest). I suoi figli legittimi furono Þórður, Sighvatur, Snorri, Helga e Vigdís. Snorri fu allevato dal potente Jón Loftsson, del casato degli Oddaverjar. Snorri divenne poi signore della regione attorno al Borgarfjörður, nell’ovest, lögsögumaður (“enunciatore delle leggi”, la massima autorità legale del periodo) e scrittore, fu uno dei più importanti esponenti di questo clan ed ebbe l’idea di sfruttare la crescente autorità norvegese per stabilire la propria supremazia in Islanda: avrebbe promesso di sottomettersi all’autorità del re Haakon IV in cambio dell’aiuto nell’assoggettare l’intera Islanda. Nel 1220 divenne vassallo del re norvegese, ma non si dedicò in modo deciso all’attuazione del volere regio. Questa data segna l’inizio del periodo di guerra civile noto come Sturlunga öld, “Età degli sturlunghi”, che terminerà convenzionalmente nel 1262, con l’annessione dell’Islanda alla Norvegia.
Mentre Snorri era in Norvegia, un suo nipote, Sturla Sighvatsson, tentò di assoggettare alcune dinastie rivali, ma fu sconfitto in una battaglia campale a Örlygsstaðir, nel Nord del Paese contro Gíssur Þorvaldsson, il signore del potentissimo casato degli Haukdælir, che controllava gran parte del sud, e Kolbeinn Arnórason, signore degli Ásbirningar, potente clan del nordovest. I due schieramenti erano rispettivamente di un migliaio circa è un migliaio e duecentomila persone. I morti furono più di 50.
In seguito Snorri fu persuaso a partecipare ad una congiura ordita da un potente nobile di corte, lo jarl Skúli, ai danni del re, che fallì. Avendo saputo dell’uccisione del fratello e del nipote, Snorri tornò in Islanda contro il volere del re. Nel 1241, questi inviò a Gissur Þorvaldsson istruzioni per toglierlo di mezzo. Gissur sorprese Snorri nella sua dimora a Reykholt, nascosto in cantina, e lo fece uccidere. Nella cantina erano presenti Markús Marðarson, Símon knútur, Árni beiskur, Þorsteinn Guðinason, e Þórarinn Ásgrímsson. Símon knútur invitò Árni a ucciderlo. Qui Snorri avrebbe pronunciato la celebre frase “Eigi skal höggva!” (Non colpirai!), al che Símon avrebbe replicato “Högg þú” (Colpisci!), e Snorri avrebbe ripetuto “Eigi skal höggva!”. A quel punto Árni lo colpì. Questa frase mi sembra sempre echeggiare nel “You shall not pass!” (Non passerai!, tradotto come “Tu non puoi passare!” in italiano) pronunciato da Gandalf ne Il Signore degli Anelli. Non sarebbe così strano, vista la massiccia influenza della cultura islandese su Tolkien.

Gissur Þorvaldsson fu poi nominato jarl dal re di Norvegia e riuscì a persuadere gli altri signori ad accettare l’autorità norvegese, che sarebbe stata sancita da un accordo siglato nel 1262 e denominato Gamli sáttmáli (Vecchio patto). Da allora e fino all’indipendenza ottenuta soltanto nel 1944, l’Islanda sarebbe rimasta un territorio dipendente da altri regni scandinavi.
Uno dei primi effetti dell’annessione dell’Islanda alla Norvegia fu il tentativo di imporre un nuovo codice giuridico, in sostituzione del più antico Grágás (Oca grigia). Il nuovo codice, entrato in vigore nel 1271 e denominato Járnsíða (Fianco di ferro), non godette del favore degli islandesi e nel 1281 fu sostituito da un altro, Jónsbók, dal nome del suo autore principale, Jón Einarsson, lögsögumaður di quel tempo. L’impatto sulla società islandese fu enorme. L’Alþing, istituita nel 930, smise progressivamente di essere un’assemblea legislativa e mantenne il ruolo di Corte suprema, che mantenne fino alla fine del 1700, quando fu sciolto definitivamente. Vennero inoltre istituite nuove cariche ufficiali per l’amministrazione e per l’esercizio e la rappresentanza dell’autorità regia in Islanda, iniziando progressivamente il processo che lo avrebbe reso un territorio amministrato da un sistema burocratico moderno.

Nel 1376 salì sul trono di Danimarca Ólafur Hákonarson, di appena sei anni d’età. Suo padre era stato Hákon VI di Norvegia, il quale era morto nel 1380, lasciandogli il regno di Norvegia e i territori d’oltremare: Føroyar (Isole Fær Øer), Islanda e Groenlandia. Ólafur morì a soli diciassette anni e la madre Margrete I salì al trono. Nel 1397 fu addirittura eletta regina anche dai nobili svedesi, creando un’unione del mondo scandinavo che sarebbe durata fino al 1523, la cosiddetta Unione di Kalmar.
La Norvegia sarebbe poi rimasta parte del Regno danese fino al 1814, quando a seguito delle guerre napoleoniche fu ceduta alla Svezia. I territori d’oltremare che erano stati della Norvegia nel periodo medievale, tuttavia, restarono alla Danimarca, il cui Regno include tuttora le regioni autonome delle Føroyar (Isole Fær Øer) e della Groenlandia.
Alla fine del Trecento la peste, che aveva imperversato in Europa nei decenni precedenti, raggiunse l’Islanda, dove si diffuso ovunque, tranne che bei Fiordi Occidentali. Qui, sommandosi agli effetti del periodo noto come Piccola era glaciale (periodo della storia climatica Europea tra ’3/400 e ’800 in cui si registrò un sensibile calo delle temperature), rese le condizioni di vita della popolazione estremamente difficili. La coltivazione di alcuni cereali resistenti, fino ad allora praticata, non fu più possibile.
Nel corso del Quattrocento e del Cinquecento, si intensificarono i rapporti commerciali con Inghilterra e Germania: in quel periodo, in Islanda vigeva ancora una società rurale, dedita soprattutto all’allevamento e sprovvista di imbarcazioni adatte alla pesca intensiva. Per questo motivo, le sue acque venivano visitate di frequente da vascelli stranieri che sfruttavano indisturbati le abbondanti risorse ittiche e che si lasciavano andare ad atti di pirateria, in quanto gli islandesi non erano in grado di opporre resistenza e la Danimarca non era aveva ancora organizzato una protezione adeguata delle acque islandesi.
Rispondi