Aleggia un grande sospetto in merito ai tour di caccia all’aurora boreale. Viene spesso sostenuto che si tratterebbe di fregature, che non si possono vendere fenomeni naturali, che l’aurora esci fuori e la vedi, o che basta andare al faro di Grótta a Seltjarnarnes per godersela. In questo articolo voglio fare un’analisi e un bilancio onesto di questo servizio.
Premessa importante: sono anni che guido tour di caccia all’aurora. Non li ho mai organizzati o venduti io, ma vi sono stato assegnato dalle compagnie per le quali lavoro. Se non ci fossero questi tour, ne farei di altri e a me personalmente cambierebbe davvero poco, per cui non ho alcun interesse economico che influenzi il mio giudizio in merito.
Iniziamo con lo specificare di cosa si tratta: i tour di caccia all’aurora, più che tour, sono dei trasferimenti, che accompagnano persone in luoghi dove le condizioni per osservare il fenomeno sono migliori. Dipendono dal tempo atmosferico, per cui non vengono organizzati se le condizioni non lasciano speranze. Viene detto da subito che le chance sono variabili, e le destinazioni sono scelte con cura triangolando i dati di varie fonti per trovare il luogo più adatto. Durante il tour, possono essere offerte informazioni sulla fisica del fenomeno, su tradizioni culturali legati ad esso, nonché suggerimenti o supporto pratico per la fotografia.
Vediamo ora le obiezioni una per una:
1. Si sta vendendo un fenomeno naturale che è impossibile prevedere, è una fregatura.
Che ne è allora dei safari africani che ti portano nella savana a cercare leoni o giraffe, se poi questi animali sei sfortunato e non li vedi? Quello che si offre è il servizio, non l’animale in sé. Ugualmente, la caccia all’aurora offre un trasferimento in una zona promettente, nonché l’esperienza delle guide. Dire che non ha senso affidarsi a persone che di lavoro consultano varie fonti per massimizzare le chance di vedere un’aurora, perché uno può farlo benissimo da solo, è come dire che non ha senso soggiornare in albergo perché uno il letto può farselo da solo. È verissimo, ma ce anche chi vuole la comodità di non diverse lo fare e rilassarsi pagando qualcuno che si accolli questa incombenza.
2. L’aurora esci e la vedi.
Verissimo. Se sei fortunato. Tante persone non lo sono. Moltissimi, nella stagione invernale, non affittano auto perché non avvezzi alla guida su strade innevate o ghiacciate, e fanno base a Reykjavík, affidandosi a tour organizzati. Se a Reykjavík è nuvoloso tutto il tempo, ma a pochi chilometri di distanza il cielo è libero, spostandosi di quei pochi chilometri può permettere di vedere un’aurora che non si vedrebbe dal proprio alloggio. Uno che non ha la macchina a noleggio, come dovrebbe spostarsi? Anche nei tour su più giorni, in cui si esce dalla capitale e si soggiorna nel buio delle campagne, il pacchetto può includere ore extra per guida e autista da investire in uno o più serate fuori a caccia di aurora, perché può capitare che il tempo nella zona in cui si alloggia sia brutto. Se esci a piedi e vedi solo nuvole, cosa fai? Mi stupisce come tanti che si ritengono esperti non arrivino a fare questo ragionamento.
3. A Reykjavík basta andare nel luogo X, non serve allontanarsi
Le aurore sono visibili anche dalla città, ma questo non significa che la città sia una soluzione ideale. La luce artificiale interferisce con l’occhio umano, facendo restringere le pupille e rendendo le aurore meno visibili. Per questo è importante stare al buio. Dal momento che i luoghi relativamente lontani da luci dirette sono davvero pochi, la gente tende ad ammassarvisi, il che porta ad uno stillicidio continuo di auto che vanno e vengono, abbagliandoti con i fari mentre si avvicinano, rovinando le foto gettando luce eccessiva, o conferendo loro tinte sgradevoli dovute ai fari rossi di molte auto che restano accesse perché la gente non vuole stare fuori al freddo. L’inquinamento luminoso produce un alone lattiginoso che sbiadisce la foto e rende l’aurora molto meno visibile (vedi foto).


C’e anche da dire che, se si è fortunati con la guida, i tour di caccia all’aurora possono comunque essere occasioni preziose a prescindere dal risultato finale e dal successo. Io sfrutto il tempo del trasferimento per parlare di storia islandese, incastrando il tutto con il fenomeno aurora, e mi è capitato che dei passeggeri mandassero all’azienda mail di in cui si dicevano felici di avere avuto la mia guida a dispetto del mancato successo nella caccia:
On Wed, Feb 16, 2022 at 8:17:21 UTC, Beverley Smith <beverley_as@xxxx.com> wrote:
Thank you very much for your help
I would like to say that our tour guide last night- a young man originally from Italy who works as a scholar at the university studying ancient scripts was absolutely excellent and we enjoyed the tour despite not seeing the aurora.
Personalmente trovo davvero strano che ci siano tutte queste riserve rispetto ai tour di caccia all’aurora: nessuno si sognerebbe di contestare l’importanza di tour guidati a, che so, il circolo d’oro o la penisola di Snæfellsnes, eppure anche quelli uno potrebbe farseli da solo affittando una macchina. E anche quelli potrebbero essere colpiti dai capricci della natura. Se arrivi a Þingvellir e non riesci a vedere il panorama dal dirupo perché c’è nebbia, il tour è stato una fregatura? Non scherziamo!
Penso che il pregiudizio nasca da una mancata riflessione da parte di chi è stato qui e ha avuto la fortuna di assistere ad un buono spettacolo senza doversi spostare. Personalmente ho accompagnato migliaia di persone a vedere aurore che, se fossero rimaste in città, non avrebbero visto, o avrebbero visto in condizioni non ideali. Contestare l’utilità di un tour di caccia all’aurora significa contestare l’utilità di spostarsi dall’inquinamento luminoso, o da cielo coperto di nuvole, nonché l’utilità di qualsiasi servizio che uno potrebbe anche svolgere da solo.
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