Tra i coloni che si insediarono in Islanda tra la fine dell’Ottocento d.C è gli inizi del Novecento, si annoveravano soprattutto Pagani, ma anche alcuni cristiani, in particolari personaggi che provenivano dalle colonie nordiche nelle isole britanniche. L’Islanda divenne però una nazione cristiana nel 1000, a seguito di una decisione del lögmaður (“uomo delle leggi”, sorta di giudice supremo) Þorgeir Ljósvetningagoði in occasione del parlamento estivo di quell’anno a Þingvellir. A seguito dei conflitti insorti tra gruppi Pagani e cristiani, i secondi desideravano un sistema legislativo a parte che si confacesse alla loro nuova religione. I gruppi si rivolsero all’uomo delle leggi per arbitrare la contesa. Secondo le fonti storiche Þorgeir si sarebbe avvolto nel suo mantello e vi sarebbe rimasto a meditare giorno e notte, e poi avrebbe annunciato all’Islanda che per il bene e l’unità del Paese era meglio se tutti avessero adorato un unico Dio. Fu così che senza spargimenti di sangue l’Islanda fu convertita. Per un breve periodo le pratiche pagane furono tollerate nel privato, ma presto l’Islanda si acculturò al resto dell’Europa.
I primi vescovi d’Islanda furono degli stranieri, ma a metà dell’undicesimo secolo Ísleifur Gissurarson fu consacrato vescovo in Norvegia e fondò la prima diocesi islandese a Skálholt.
Nel 1106, esattamente dopo 50 anni dalla fondazione della diocesi di Skálholt a sud, fu fondata un’altra diocesi nel nord, a Hólar. Pare che le genti del nord sostenessero che con due vescovi l’Islanda non avrebbe mai rischiato di restare senza leader spirituale, ma è più probabile che fossero ostili al flusso delle tasse da nord a sud e preferissero che i loro soldi restassero nella loro zona (vi ricorda nulla questo? 😂).
Martin Lutero aveva iniziato il movimento della riforma protestante nel 1517. Ricorderemo tutti dalle scuole elementari che uno dei maggiori punti di conflitto con la Chiesa cattolica fu la vendita delle cosiddette indulgenze, che anche in Islanda venivano vendute, perché abbiamo notizia di pagamenti in stoccafisso per la remissione dei peccati.
A quel tempo la Scandinavia si trovava sotto l’unione di Kalmar, alla guida della quale c’era il re danese Cristiano II, che fu però rifiutato dagli svedesi nel 1523. Nel 1527 il nuovo re svedese Gustav Vasa introdusse la fede luterana e consolidò il suo potere confiscando tutte le ricchezze della Chiesa. Cristiano II dovette subire una rivolta anche da parte dei suoi cittadini danesi, che lo sostituirono con lo zio Federico II. Alla morte di questi Christianity si fece nuovamente avanti, ma fu respinto ancora, imprigionato, e sostituito da un suo parente, Cristiano III, che nel 1536 seguì l’esempio di Vasa e stabilì la fede luterana nei suoi domini. Islanda inclusa.
Durante la guerra civile danese, i vescovi cattolici avevano agito da governatori per l’Islanda è avevano acquisito parecchio potere.
La riforma in Islanda avvenne più lentamente e a fatica, importata dapprima da mercanti e da studenti di ritorno dalla Germania e dalla Danimarca, gran parte della popolazione fu indifferente alla nuova religione e rimase attaccata al costume cattolico. Alcuni mercanti tedeschi avevano già fondato una chiesa luterana ad Hafnarfjörður, e i contatti commerciali fecero sì che presto si creò un gruppo compatto di aderenti alla nuova fede, che includeva Oddur Gottskálksson, allievo del vescovo di Skálholt, il quale tradusse in segreto il nuovo testamento in islandese, e la sua traduzione, stampata in Danimarca nel 1540, su il primo libro a essere stampato in quella lingua.
Nel 1539 il re danese invio un altro governatore in Islanda, indicandogli di assicurarsi che la riforma prendesse piede e che beni della Chiesa venissero confiscati. Fu responsabile dello smantellamento del monastero di Viðey, Dal quale scacciò i monaci con l’aiuto di uno sceriffo e dei suoi soldati. Vennero tutti i scomunicati dal vescovo di Skálholt, Ögmundur, che andarono poi a maltrattare; ma gli amici e sostenitori di questo giunsero dei distretti circostanti e li uccisero. Il vescovo a quel punto era anziano e malato e decise di preparare il passaggio di successione per garantire l’elezione del suo favorito, Gissur, che era però segretamente un seguace del luteranesimo. Gissur si fece portavoce della nuova religione, ma incontrò molti ostacoli, specialmente nel parlamento, che non solo denunciò i suoi insegnamenti, ma assolse da ogni accusa tutte le persone coinvolte nelle uccisioni dei luterani a Skálholt.
Nella diocesi del Nord era vescovo un personaggio che sarebbe diventato leggendario nella storia islandese non che è un beniamino dei nazionalisti. Parlo del vescovo Jón Arason.
Questi scrisse al re danese chiedendogli una dispensa per mantenere la fede cattolica oppure per garantirgli un lasciapassare così da emigrare in un altro paese con i propri averi. Il re reagì a questa richiesta inviando delle truppe in Islanda l’estate successiva Per reprimere con la violenza ogni eventuale insubordinazione. L’anziano vescovo del Sud fu arrestato e portato in Danimarca e Gissur (il traditore) gli successe, ma morì poco dopo.
Jón oppose invece una fiera resistenza. Si presentò alla consacrazione del successore di Gissur, Marteinn, e impose l’elezione di un altro candidato di fede cattolica scrivendo una lettera al Papa l’imperatore chiedendo il loro sostegno ma per questa azione fu accusato dal re danese di alto tradimento e dichiarato fuori legge. Il vescovo fortificò la sua sede a Hólar, Catturò Marteinn e si recò al parlamento con dei seguaci armati. Lì ottenne il permesso di governare anche sulla diocesi del sud. Fece tutto il possibile per estirpare la nuova fede e scrisse addirittura una poesia di alto valore letterario che celebrava le sue gesta.
Il re danese affidò ad un certo Dadi Il compito di arrestare il vescovo il quale non attese sviluppi e si recò assieme ai suoi uomini nell’ovest per raggiungere Dadi e prenderlo in contropiede. Era il 1550. Le forze del vescovo ebbero la peggio e questi fu arrestato assieme a due suoi figli. Avrebbero dovuto essere processati l’anno successivo ma alcuni dei loro custodi danesi temendo una rappresaglia da parte di fedeli dal nord, Decise di giustiziare sommariamente il vescovo che fu decapitato il 7 novembre 1550. “Contrari ai voti poi furo i successi” (questo è Ariosto: “gli eventi successivi furono contrari a quanto si sperava”) perché un gruppo di fedeli dal nord raggiunse ed uccise i responsabili di quello che venne poi considerato un martirio.
Durante il periodo nazionalista che ha preceduto l’indipendenza dell’Islanda dalla Danimarca questo vescovo fu un eroe prediletto per rappresentare la causa islandese contro il dominio straniero. Jón Arason non era certamente è uno stinco di santo e resta comunque difficile se non impossibile pesare a posteriori cosa sarebbe stato meglio o peggio per l’Islanda. Tuttavia, a dispetto del costante revisionismo di certi storici che devono per forza contraddire quanto detto dei loro predecessori pur di pubblicare qualche libro nuovo, la riforma luterana almeno nel breve termine ebbe sicuramente degli impatti negativi sull’Islanda: la cultura cattolica fiorita nella metà precedente del millennio fu spazzata via, i monasteri, che erano stati grandissimi centri di produzione culturale, furono smantellati, l’assistenzialismo per i poveri molto praticato nella fede cattolica venne scoraggiato in quanto forma di incoraggiamento per la pigrizia e l’improduttività, ma generalmente da questo periodo fino all’età contemporanea l’Islanda non si trovò in condizioni favorevoli. Se fosse colpa della riforma, del governo danese, de peggioramento del clima o di un esiguo gruppo di famiglie islandesi potenti che facevano il bello e il cattivo tempo è difficile da stabilire. Così come è difficile stabilire se il declino islandese si sarebbe verificato comunque, ma queste sono disquisizioni per gli storici, e non le discuteremo qui!
Aneddoti bonus: Pare che le credenze negli elfi si siano diffuse dopo la riforma come una sorta di rimpiazzo per il culto dei santi che la riforma aveva strappato alla popolazione.
Viene spesso raccontato di come il vescovo Jón sia antenato di tutti gli islandesi probabilmente per il fatto che avesse numerosi figli illegittimi. Tuttavia ho consultato spesso il data base genealogico islandese e non ho mai trovato due islandesi che avessero un antenato in comune più indietro del 1700 il che significa che non è tanto la supposta fertilità del vescovo, quanto l’interconnessione della popolazione e la sua dimensione esigua a rendere questo mito una realtà. Quasi tutti gli islandesi vissuti prima del 700 sono antenati di tutti gli islandesi di oggi.
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