L’Ovest dell’Islanda “tra amici” (milli vina)

Questo fine settimana ho avuto la fortuna di incontrare per la prima volta Virginio e Cinzia, i proprietari della guesthouse Milli vina (tra amici). L’edificio, graziosissimo e quasi fiabesco, si trova nel cuore delle campagne che si estendono dagli altipiani fino alla riva del Borgarfjörður, nei pressi del fiume Hvítá (Fiume Bianco). È abbracciato da un’imponente catena montuosa a sud, e dai cieli sconfinati della zona, che nella sponda nord del fiordo, fino alle pendici dei monti della regione di Dalir (Valli), prende il nome di Mýrar (Paludi).

Si tratta di un territorio denso di storia. Poco lontano, a Reykholt, si trovava la sede del più importante signore del Duecento islandese, nonché più grande autore della letteratura nordica medievale: Snorri Sturluson. Vicino al centro abitato di Borgarnes, tappa obbligata per qualsiasi viaggio, si trova la fattoria di Borg, che ospita un cimitero dove figura un’epigrafe runica, e una statua dedicata al più famoso dei suoi occupanti: Egill Skalla-Grímsson (Egill figlio Di Grímur il Calvo), protagonista della Egils saga, una della più amate e pregiate prose del Medioevo islandese, fatta di esplorazioni, faide, amori, tradimenti, intrighi di corte, duelli, poesie, lutti, situazioni tragicomiche e tutto quanto basti a farne una lettura imprescindibile per chi si avvicina a questi luoghi.

Trovandosi a metà tra il sud-ovest e la penisola di Snæfellsnes, questa regione è tendenzialmente meno frequentata (o, sarebbe meglio dire, invasa) dai turisti, il che la rende un vero gioiello per chi voglia ritagliarsi un proprio spazio e plasmare la propria esperienza islandese al riparo da brutture eccessive figlie di un turismo di massa magari becero. Non mancano le possibilità per camminare ed escursioni che possono offrire scorci incomparabili, e il tutto senza il timore che le foto siano guastate dalla presenza sgradita di un nugolo di impermeabili gialli e rossi di qualche accrocco di turisti.

È una regione di un’incredibile bellezza agreste, che a tratti rasenta l’idillio bucolico: qui i campi coltivati a foraggio, punteggiati dalle fattorie e dai capanni, formano una trapunta di patchwork con numerosissime macchie boschive, che a volte rincorrono i profili disegnati dei campi, altre volte si inerpicano a chiazze sui declivi – ora ripidi ora dolci – che di tanto in tanto movimentano la placida quiete della pianura. Qui si trovano la celeberrime cascate di Hraunfossar, e il famoso ghiacciaio Langjökull. Mete imprescindibili per il visitatore dell’ovest islandese.

È una zona dove fermarsi, dove scendere a bagnarsi i piedi in riva ad un lago adagiato tra Monti striati dalla neve, dove si possono osservare gufi, volpi, pecore e cavalli, dove numerosi sentieri si inerpicano attraverso giovani foreste coraggiose, ricamate dai lupini viola e blu, dove accovacciarsi e strappare qualche foglia di acetosa da succhiare – col suo pungente sapore di limone -, dove osservare le nuvole, calme e solenni, mentre compaiono maestose dalle cime dei monti e prendono a scivolare lungo i loro fianchi verso il fondo valle, dissolvendosi. Personalmente ci ho trovato un’Islands che credevo persa da tempo, lontano da resse, e soprattutto lontano da quelle che l’industria del turismo vende come le attrazioni da visitare – spesso a pagamento – quando esistono una miriade di luoghi sbalorditivi poco fuori dalle rotte trite, e lontano dai carnai spilla-soldi creati per quel turismo ignorante di plastica che ormai costituisce un rischio anche qui. Se cercate l’autenticità, questa regione non potrà facilmente deludervi.

Nella casa di Virginio e Cinzia, la guesthouse Milli vina, ho trovato uno spazio di un’accoglienza smisurata, dove la cordialità italiana ha trovato un punto d’incontro con la servizievole ospitalità islandese. Si tratta di uno spazio ben inserito nel tessuto sociale della zona, e per me è stato incredibile trovare un connubio di Lombardia e Islanda così ben riuscito, visto che Virginio e Cinzia sono di Bergamo, e fondamentalmente miei ex-vicini di casa. Grazie di cuore.

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