Le lagune glaciali d’inverno

Ho già parlato più nel dettaglio del sud dell’Islanda, avendo fatto una gita di due giorni nell’ottobre 2014, ma questa volta ho tentato di fare la stessa gita in una sola giornata. Non la consiglio assolutamente a nessuno: è una tirata sfiancante che vi impedisce di godervi alcunché. Molto meglio ridurre la tratta e godersi mete più vicine.

Se noleggiate una macchina per una giornata, e vi trovate alloggiati in centro, vi consiglio di usare Europcar, che s trova in Njarðargata, davanti al campus dell’università, e a ridosso dell’aeroporto domestico. Ho avuto un’ottima esperienza con loro: anche se viene concordata la restituzione della vettura per – mettiamo – le 10:00 di sera, potete riportare la macchina alle 2:00 di notte e lasciare la chiave nella cassetta della posta senza pagare penali; è l’Islanda, e nessuno rompe le scatole: la macchina a loro serve la mattina dopo per rinoleggiarla, durante la notte ci fanno davvero poco. Questo significa che se viaggiate d’estate (tra Giugno e inizio Agosto) e partite alle 8/9 di mattina, avrete a disposizione intorno a 15 ore per questa gita, visto che ci sarà quasi sempre luce (più vicini sarete al 21 Giugno più ore di luce ci saranno, ma già una ventina di giorni prima e dopo, anche alle due di notte sembra tardo pomeriggio.

La durata del tragitto senza stop, secondo Google, è di 4:30h per 370km, ma ovviamente dovrete contare diversi stop, e il tragitto eventuale tra lo stop e il raggiungimento a piedi del punto di interesse effettivo. Noi siamo partiti alle 8:30 e siamo tornati alle 10:00 di sera.

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La strada è sempre la stessa, la famosa Hringvegur Ringroad, è un’ottima strada, anche se non troppo grande, e in questa gita non dovrete allontanarvi da essa se non in un paio di brevi deviazioni.

I primi stop sono le due famose cascate di Seljalandsfoss e Skógafoss che non sto a descrivere perché trovate informazioni su di esse ovunque. L’unica cosa che aggiungo è che se  da un lato vale la pena fare il giro dietro a Seljalandsfoss, non vale assolutamente la pena perdere un sacco di tempo per salire in cima a Skógafoss,    vista non è così eccezionale, e la salita è lunghissima. Queste due cascate si trovano alle pendici del famoso vulcano sul quale si adagia il famigerato Eyjafjallajökull che, se il tempo è bello, potrete ammirare dalla strada. La tappa successiva è l’altrettanto famigerata spiaggia di Reynisfjara. A seconda di come va il tempo, potrebbe non essere poi così male, ma ragazzi – non scherzo -, occhio a quello che fate perché ci si muore. La spiaggia di ciottoli sdrucciolevoli precipita ripidamente quando si incontra con l’acqua, e il risucchio delle onde qui è potentissimo; se ne venite catturati, ritornare su non è facile, e annegare non è una possibilità tanto remota. Rimane comunque la più impressionante spiaggia nera d’Islanda.  

Vík è un piccolo paesino, ma è anche l’insediamento più importante del Sud. Personalmente lo detesto, lo trovo bruttino e deprimente, e molti islandesi condividono questa percezione. Si tratta di un luogo molto grigio e piovoso, sempre ventoso ed esposto a rischi di eruzioni e inondazioni glaciali.

Fjaðrárgljúfur è un canyon mastodontico, che potete ammirare camminando sul precipizio per osservare le forme curiose scolpite dall’acqua nelle rocce. Controllate che la strada di accesso dalle fattorie sia praticabile!

Kirkjbæjarklaustur, più avanti, superato il Mýrdalssandur, è una piccola località di poche case ai piedi di un dirupo con una cascata. Questo sarebbe lo stop ideale per il pranzo, prima di avventurarsi nello spettrale Skeiðarársandur. sandar (singolare sandur) sono distese di sabbia lavica, cenere e detriti, causate da depositi alluvionali provenienti dai ghiacciai. Attraversando lo Skeiðarársandur si ha la sensazione di trovarsi su plutone: tutto è nero, piatto e livellato, e punteggiato da rocce e detriti dello stesso colore; l’unica nota differente sono i corsi d’acqua provenienti dai ghiacciai. Occasionalmente, il calore emanato dai vulcani attivi, come il famoso Grímsvötn sotto la calotta glaciale, causa la formazione di sacche d’acqua allo stato liquido che, raggiunta una massa critica, distruggono la parete del ghiacciaio e irrompono a valle in forma di alluvioni catastrofiche, trascinando detriti e frammenti di ghiaccio di dimensioni colossali. Non preoccupatevi però! I vulcani sono monitorati, e in caso di rischio la strada verrebbe chiusa.12038364_1698430613741710_4181241285909523775_n

Da questo sandur potrete ammirare i monti dentellati che sembrano quasi delle paratie di contenimento per il mastodontico Vatnajökull, un ghiacciaio delle dimensioni del Molise! Ed è da alcune delle lingue di questo ghiacciaio, che precipitano in antiche lagune ormai chiuse in laghi costieri, che potete ammirare lo spettacolo degli Iceberg, tra i quali guizzano spesso numerose le foche. Fjallsárlón è piccola, ma molto drammatica. I monti ravvicinati e aguzzi abbracciano la lingua di ghiaccio che sprofonda nel lago, che a seconda della stagione può essere completamente ghiacciato.cropped-20160324_164109-01.jpeg

Jökulsárlon, la più famosa, è di dimensioni impressionanti. Se la raggiungete d’inverno, difficilmente assisterete allo spettacolo degli iceberg, ma d’estate li vedrete ovunque e in grandi quantità, spesso anche sulla riva del mare, spiaggiati, perché escono dal piccolo canale che passa sotto al ponte della strada e sfocia nel mare.10644834_1698430630408375_1604422983912083852_n

Questa dovrebbe essere una gitarella piuttosto appagante, se il budget è stretto e se – come me – siete allergici alle gite organizzate in pullman 😉

2 risposte a “Le lagune glaciali d’inverno”

  1. Innanzitutto, sei un maleducato a scrivere in una lingua che gli altri non capiscono. Poi, cosa vuol dire esattamente la frase? Google mi dice “non hai che nella notte”. Non è che abbia molto senso… Poi, hai bisogno di cancellare un post perché c’era un commento che non ti piaceva? Vigliacco!

    Comunque, con queste virgole davanti alle “e” non ci siamo proprio.

    1. Buona domenica, Gina73 🙂

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