10 falsi miti sull’Islanda

Tra deserti di ghiaccio, squali marci, utopie socialiste e incesti…le idiozie sull’Islanda si sprecano. Eccone dieci, accompagnate dalla realtà dei fatti dietro ad esse:

1. In Islanda fa freddo: del resto il suo nome significa “Terra del Ghiaccio”, per cui siete scusati se avete pensato che l’Islanda fosse paragonabile alla Siberia, dove le temperature invernali scendono a -50°, ma non è così; nei centri abitati è raro si scenda sotto i -3/5°, e temperature come -10° o inferiori sono l’eccezione. La media di dicembre a Reykjavík è 0/-1°, paragonabile a quella di tante città del nord-Italia. L’oceano Atlantico (e la corrente del golfo), mitigano il clima. La differenza è l’estate: in Siberia o nell’entroterra canadese, lontano dal mare, si possono raggiungere 30/35°. In Islanda, lo stesso mare che in inverno cede calore all’aria, alzandone la temperatura, in estate assorbe calore dall’aria raffreddandola: è difficile salire oltre i 20°. Ma non fatevi ingannare, perché il sole islandese è basso e colpisce una parte maggiore del corpo in modo diretto: sopra ai 15°, se state scarpinando e non c’è vento, comincerete a sudare e a sentirvi accaldati!

2. In Islanda non ci sono alberi: questo è colpa de fatto che alcuni degli scorci più fotografati ne sono privi ma, in diverse parti d’Islanda, alberi ce ne sono eccome! Reykjavík è un’esplosione di verde! Certo, le foreste attuali sono solo il 2% del territorio, contro un 40% stimato per il periodo precedente alla colonizzazione, ma si sta lavorando alacremente al rimboschimento. Non è facile!

3. In Islanda si va per la natura: in Islanda non ci sono grandi palazzi e monumenti che ispirano meraviglia per la prodezza architettonica e ingegneristica, ma questo non vuol dire che la società islandese non abbia una cultura che vale la pena di conoscere. Un piccolo museo sulla cultura contadina locale può arricchirci anche più di una galleria d’arte nostrana, se abbiamo l’atteggiamento giusto. Il bello di viaggiare è conoscere altre culture e porsi con la mentalità umile di chi può sempre imparare qualcosa.

4. Più di un giorno a Reykjavik è tempo sprecato: questo è il giudizio di gente che ha fatto due passi in centro e ha deciso che non era interessante abbastanza per i loro standard, ma Reykjavík non può essere giudicata con gli standard di antiche capitali Europee, né può essere vissuta con gli stessi metodi. A parte il fatto che esistono musei e gallerie d’arte, come il museo nazionale, il museo antropologico all’aperto di Árbær, e numerose aree naturali all’aperto a ridosso dell’abitato la cui bellezza non ha nulla da invidiare a mete turistiche blasonate, il bello di Reykjavík è nella sua atmosfera: nei locali con musica dal vivo, nei ristoranti (numerosissimi e molto diversificati), nei caffè…

5. È il Paese più incontaminato d’Europa: come accennato prima, l’Islanda era foresta fa al 40% prima dell’arrivo dell’uomo. Non lasciatevi ingannare dalla relativa assenza di fili della corrente e svincoli autostradali con guard rail, lampioni e capannoni industriali, perché quelle lande desolate e – apparentemente- incontaminate sono il frutto di una devastazione operata da mani umane. Nessun altro paese europeo ha subito una devastazione ecologica tale.

6. Hanno un app per evitare gli incesti: esiste un database genealogico con il quale è possibile inserire il nome di qualcuno e avere generato l’albero genealogico che li collega a esso. Ho provato a vedere la parentela tra la mia ragazza e praticamente tutti gli islandesi che conosco, e non è mai uscito un antenato comune più recente del 1700, che non è diverso da quello che avremmo noi italiani tra concittadini con famiglie originarie delle stesse zone. Tra l’altro, le famiglie islandesi sono molto ampie, e si conoscono bene i propri parenti vicini e lontani. Lo si capirebbe subito se ci si trovasse ad aver rimorchiato un cugino.

7. Credono agli elfi: ci sono alcuni islandesi che non vogliono negarne apertamente l’esistenza e dicono “chissà!”, ma ci sono più italiani che credono alle madonne che piangono e alle statue dei santi che sanguinano. Ricordatevi, inoltre, che gli elfi del folclore islandese sono dei discendenti di Adamo ed Eva che Dio ha nascosto agli uomini perché Eva aveva cercato di nasconderli a Lui. Non sono gli Eldar di Tolkien, né folletti la credenza nei quali si contrappone a quella del supernaturale Cristiano: sono cristiani pure loro!

8. Hanno fatto fallire le banche e arrestato i banchieri: diversi banchieri sono stati arrestati (36), 11 di loro hanno ricevuto condanne di 35 anni. Tuttavia, tantissimi altri individui con le mani apparentemente poco pulite sono riusciti a farla franca, almeno in appello, le banche sono state salvate con soldi pubblici. Le stiamo ancora pagando noi con le nostre tasse, rimborsando gli aiuti ricevuti dal FMI. L’Islanda è un paese molto capitalista, nonostante alcune sue politiche siano o sembrino fortemente socialiste.

9. L’hanno chiamata Islanda per depistare gli invasori: a parte il fatto che c’è ben poco da invadere, questo equivoco nasce dal fatto che nella saga di Eiríkur il Rosso, si dice che egli avrebbe chiamato la Groenlandia “Terra Verde” perché “pensava che la gente vi si sarebbe trasferita più volentieri se avesse avuto un nome accattivante”. Ora, a parte che questo non vuol dire che la Groenlandia non sia verde davvero (in estate i suoi Pascoli possono essere migliori e più rigogliosi di quelli islandesi), non capisco perché in tanti abbiano dedotto che se la Groenlandia si chiama terra verde per attirare gente, ma c’è tanto ghiaccio, allora l’Islanda deve avere tanto verde e chiamarsi terra di ghiaccio per tenere la gente lontana. È una sciocchezza: l’Islanda si chiama terra del ghiaccio perché avvicinandosi via mare dall’Europa si vedono per primi i grandi ghiacciai del sud-est.

10. Mangiano cibo disgustoso: la galleria degli orrori del cibo tradizionale (testa di pecora, testicoli di montone, squalo fermentato, grasso di balena etc…) non viene più consumata se non da alcuni in un’occasione particolare, ovvero il festival di Þorri a fine gennaio. Si mangia questa roba per celebrare la tradizione, ma nel quotidiano gli islandesi mangiano normalmente, ovvero tante verdure fresche, molto pesce, carne, formaggi, pani integrali…ma anche pizza, pasta, lasagne, burrito, hamburger e sushi. E generalmente è tutto di altissima qualità. Per mangiare male in Islanda bisogna impegnarsi.

3 risposte a “10 falsi miti sull’Islanda”

  1. Ogni racconto, sulla Terra in cui vive e che a poco si ama, serve per far accostare altre persone alla Bellezza che esprime che cattura
    l’animo.
    Grazie, di farlo in tante maniere
    ma sempre con modi garbati, obiettivi e legati allo spirito,
    che Tu sai cogliere, che ti lega
    ad essa.

  2. Ciao,
    Ti ho scoperto e ti seguo da poco tempo. Apprezzo il tuo modo di esporre le cose con calma, serietà senza enfasi. Per me che non conosco l’Islanda, il Paese Europeo più a nord che ho visitato è la Finlandia del sud (Helsinki e dintorni), sto imparando molte cose nuove e riesci ad incuriosirmi al punto che sicuramente sarà una delle mie prossime mete.
    Per quanto riguarda i commenti dei nostri connazionali non prendertela più di tanto.
    Lo sai che all’italiano medio all’estero la prima cosa che interessa è trovare un posto dove si mangia una buona pizza e gli spaghetti come fa la sua mamma.
    Poi viene il centro commerciale dove si trovano le nike e le lacoste a un prezzo inferiore che in Italia. Non ti curar di loro…
    Ti saluto e continua così.
    Graziano (da Parma)

  3. Qualcheduno mi ha detto che in Islanda esiste una statistica che indica che molti islandesi sembrano provenire da schiavi irlandesi…hai qualche input su questo? La storia islandese include unformazione su Geirmud fratello gemello di Haimund? Grazie per qualsiasi input!!! Sia blogs che il libro Un Italiano in Islanda pubblicati da Sperling & Kupfer sono veramente interessanti e ben scritti!

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