Jökulsárlón

Ho visitato questo lago innumerevoli volte, e in tutte le stagioni. Posso quindi dire con cognizione di causa che si tratta veramente di uno dei luoghi più suggestivi d’Islanda. Personalmente lo inserirei nella top 3.

Non ho mai fatto mistero che il Sud-Est, ovvero quella parte d’Islanda che va da Vík a Höfn, sia la mia parte preferita d’Islanda. Qui ci sono alcuni tra i deserti più vasti, i monti più imponenti, i boschi più rigogliosi, ma soprattutto ci sono i ghiacciai. Gli altri ghiacciai islandesi sono qualcosa di remoto e meno d’impatto rispetto alla vita delle persone, ma nel Sud-Est i ghiacciai dominano le esistenze degli abitanti locali, persone e animali. Incombono con la loro ombra, ma riflettono anche la luce del sole, scivolano a valle, scavano profonde insenature e comprimono il terreno sotto di loro.

Il ghiacciaio Vatnajökull, di circa 7.400 km2, può essere immaginato come una coppa di crema stracolma. Le montagne formano l’orso della tazza, e la crema di ghiaccio si insinua tra le cime o si apre una strada colando fino a valle, trascinata dal suo peso e dalla gravità. Una di queste colate, prende il nome di Breiðamerkurjökull, e questa è la lingua che precipita nel nostro lago di Jökulsárlón. Per colpa dell’azione del sale che penetra nel lago con le maree, la lingua si scioglie e arretra a un ritmo di 100m l’anno in media. Alcuni anni sfiora i -300m! Significa che da quando sono qui la lingua si è ritirata di almeno mezzo chilometro.

Il ghiaccio che cade in acqua e galleggia trasportato dalla corrente, per poi scivolare nel mare e arenarsi sulla famosa “spiaggia dei diamanti” ha un’età media di 1000 anni, e ha orecchie storie da raccontare: le sue striature sono causate dai depositi di cenere di eruzioni vulcaniche, che gli scienziati possono usare per studiare il clima è la storia dell’Islanda nei secoli e nei millenni addietro.

All’inizio del ‘900, la lingua di ghiaccio raggiungeva il mare, poi ha preso a ritirarsi, lasciandosi dietro il lago che conosciamo. Il lago è molto più profondo del fondo del mare appena davanti alla costa, perché il peso immane del ghiaccio ha compresso il terreno al di sotto. Quando il ghiacciaio sarà ulteriormente arretrato, al posto di esso rimarrà un profondo fiordo, simile a quello di Hvalfjörður.

Il ghiaccio è azzurro per un effetto ottico, ma poi viene levigato e lucidato dall’acqua e diventa trasparente. Se un iceberg è azzurro vuol dire che si è staccato dalla matrice poche ore prima, o che si è ribaltato: a volte grossi pezzi di iceberg si staccano e l’iceberg stesso, avendo cambiato forma, muta anche il punto di galleggiamento, rigirandosi o ribaltandosi. Per questa ragione è pericolosissimo avvicinarvisi, e i tour in barca tengono le debite distanze.

La quantità di iceberg visibili non è affetta dal cambiamento climatico, come molti pensano; su internet piovono foto di Jökulsárlón in momenti in cui la quantità di ghiaccio galleggiante sembra bassa, con i fotografi che si lamentano dell’effetto del surriscaldamento globale che, secondo il loro ragionamento, sarebbe responsabile della scomparsa del ghiaccio alla deriva, ma la realtà è un’altra: se fosse vero che il calore sta sciogliendo più ghiaccio, visto che il ghiacciaio è ancora presente e ben visibile, a questo punto dovremmo aspettarci di vedere la laguna intasata dai pezzi del ghiacciaio che si sgretola per il calore. Finché rimane la calotta glaciale, più calore significa più ghiaccio che si stacca!

Jökulsárlón sta comunque arretrando per il riscaldamento globale, ma in misura minore rispetto all’azione corrosiva dell’acqua salata, che è la principale responsabile della sua erosione.

È quantomeno ingenuo trovare un momento in cui ci sono pochi iceberg e stracciarsi le vesti lamentando il surriscaldamento globale: il numero minore di iceberg può essere dovuto a fattori come la prospettiva (magari la quantità è identica rispetto a momenti di affollamento, ma è “spalmata” su un’area più grande, o magari le correnti non li hanno ancora avvicinati al parcheggio, o semplicemente un bel gruppo è stato trasportato verso il mare e non è ancora stato rimpiazzato da un’altro bel pezzo di ghiacciaio sgretolatosi nella laguna. Bisogna anche tenere a mente che più la laguna si allarga, più sembrerà “vuota”, anche con la quantità di iceberg assoluta in aumento. E soltanto per una questione di dimensioni relative! Tornando a distanza di pochi giorni si possono trovare variazioni drammatiche nel volume del ghiaccio, ma sono fluttuazioni normali.

2 risposte a “Jökulsárlón”

  1. Contributo molto interessante, adoro questa regione…
    Una perplessità, da altre fonti ho letto che il colore azzurro del ghiaccio fosse il risultato della pressione a cui è stato sottoposto, se molto antico…mi piaceva l’idea.

    1. Anche io avevo letto così: avevo letto che la pressione fa uscire le bolle di gasa che fanno il colore bianco, e l’acqua pura fa passare solo la luce azzurra. Però nel tour in barca la guida ha detto quello che poi ho riportato nell’articolo…sarebbe interessante chiedere un’opinione definitiva a un glaciologo!

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