Esja

Da Reykjavík, in circa 20 minuti di macchina – e dopo un migliaio di rotonde -, si raggiungono le falde dei Monti Esja. Una catena montuosa che abbraccia la baia di Reykjavík, (e che ha il potere di curare le ferite dell’anima!).

La zona è ricca di storia, essendo una delle prime a essere state popolate secondo le cronache medievali. Alle pendici di Esja, sul versante sud-occidentale, e precisamente nella tenuta agricola di Esjuberg, dirimpetto al centro abitato di Kjalarnes, sorse la prima chiesa cristiana d’Islanda, secondo il racconto della Kjalnesinga saga, o “Saga degli abitanti di Kjalarnes”. Oggi è in costruzione un’altra e all’aperto, circondato da due cerchi concentrici di panche di roccia, coperte di erba sugli schienali. Il sito è stato Benedetto dal vescovo di Islanda ed è dunque utilizzabile per le funzioni religiose. Senza voler fare nessuna propaganda religiosa, non avendone il benché minimo interesse, devo però ammettere di avere apprezzato questa iniziativa che rende omaggio a una nazione nata circa 1100 anni fa, anche ad opera di cristiani, e che è stata ufficialmente cristiana per gli ultimi 1000. Si celebra ossessivamente il retaggio pagano, gli dei nordici, i martelli di Thor, le rune e via dicendo, ma l’Islanda è stata pagana soltanto per 1/11 della sua storia!

Questo è il concept del progetto, mentre qui sotto c’è la situazione attuale del progetto, che prosegue abbastanza a rilento per via del suo dipendere da donazioni di privati a privati.

Esja è una meta popolare per le camminate, anche se la maggior parte dei visitatori vi si reca per tentare l’arrampicata del Þverfellshorn, la sporgenza rocciosa che emerge come il volto di un’aquila, le cui ali sono costituite dalle lunghe e arcuate pareti scoscese che da essa di dipartono per poi sporgersi nuovamente. In pieno inverno, la scalata diventa pericolosa per via del ghiaccio. Particolarmente l’ultimo tratto, che è quasi verticale.

A prescindere dalla volontà o meno di salire sulla cima e ammirare lo spettacolo della baia di Reykjavík dall’alto, Esja offre buone opportunità per le gite fuori porta. Decisivi sforzi per il rimboschimento hanno ricreato, negli anni, alcune macchie boschive. Una magra compensazione dello sfacelo prodotto dagli islandesi nei secoli: si stima che la percentuale di foreste sfiorasse il 40% del territorio, mentre oggi siamo all’1%! Queste macchie boschive non sono nemmeno una replica di quella che doveva essere la foresta originaria, visto che conifere non se ne trovavano. Le foreste originarie erano boschi di betulle e salici, di pochi metri di altezza, dai tronchi esili e contorti. Nulla a che vedere, dunque, con i massicci e folti agglomerati di pini e abeti che oggi punteggiano le brughiere desolate.

Seguendo la strada 1 verso nord, si esce una volta giunti alle falde dei Monti, con Reykjavík alla propria sinistra, oltre la baia, e si entra nel parcheggio di Esjustofa e da qui si prosegue a piedi. I sentieri sono numerosi, e le possibilità di scelta variano molto in lunghezza e difficoltà.

Per una camminata distensiva e non impegnativa i sentieri arancione e verde sono una buona soluzione: poca pendenza e lunghi tratti tra le piante.

Si tratta di una meta popolare per noi Reykjavíkinghi che cerchiamo una fuga dalla città. Può essere una scocciatura uscire dalla capitale, venendo da una punta densa e imbottigliata dove si riversano migliaia di auto da tutta la grande area metropolitana lungo poche arterie principali. Ma una volta usciti dalla conurbazione ci si può dimenticare della civiltà e godersi la natura islandese a pochi minuti dal cuore urbano del Paese.

Una risposta a “Esja”

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